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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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La vil<strong>la</strong> cinquecentesca nel Complesso di Sant’Ignazio di Genova 71<br />

<strong>per</strong> i cambi di destinazione d’uso e <strong>per</strong> l’adeguamento funzionale di impianti<br />

moderni avevano procurato una tipologia diversa di danni, come gli scassi, le<br />

tracce e <strong>la</strong> chiusura di crepe e lesioni con malte cementizie.<br />

Durante il corso dei secoli, a partire dal 1680, quando i Gesuiti decisero<br />

di coprire « finalmente gli orrendi colori » di quelle sale 12, si <strong>per</strong>se <strong>la</strong> <strong>memoria</strong><br />

delle decorazioni e, successivamente, ad ogni cambiamento eseguito<br />

corrispose una nuova tinteggiatura, ad ogni modernizzazione un’a<strong>per</strong>tura o<br />

un tramezzo, un camino o un infisso, al<strong>la</strong> comparsa di crepe e lesioni una<br />

stuccatura e, forse, un’altra mano di tinta.<br />

La successione degli strati di vernice non avrebbe compromesso<br />

l’esistenza dei dipinti se non fosse intervenuta quel<strong>la</strong> massiccia dose di acqua,<br />

che ha rimesso in attività gli elementi chimici, componenti di base<br />

del<strong>la</strong> pittura in affresco. Questa tecnica pittorica risulta <strong>la</strong> più durevole nel<br />

tempo, proprio <strong>per</strong> le caratteristiche reazioni chimiche che innesca e che<br />

fanno dei dipinti un insieme armonico con le strutture architettoniche.<br />

L’affresco si realizza con miscele di colore a base di terre, che, stese<br />

sull’intonaco ancora bagnato, producono una reazione tra <strong>la</strong> calce spenta e<br />

l’anidride carbonica, sviluppando una sottilissima pellico<strong>la</strong> di carbonato di<br />

calcio, che diventa su<strong>per</strong>ficie architettonica (decorata). L’affresco non si<br />

può più separare dal proprio supporto, nemmeno attraverso un nuovo procedimento<br />

chimico, che, nel caso, lo distruggerebbe o lo danneggerebbe.<br />

La rinnovata presenza di umidità, H 2O, può far sviluppare un nuovo processo<br />

di carbonatazione, che introdurrebbe nel<strong>la</strong> pellico<strong>la</strong> pittorica elementi<br />

estranei al<strong>la</strong> composizione originale, o un eccesso degli stessi elementi.<br />

Da questo eccesso e dal successivo asciugamento dei materiali, con<br />

evaporazione dell’acqua, si possono produrre cristalli di sale, che a loro<br />

volta, cadendo, possono staccare <strong>la</strong> porzione di pellico<strong>la</strong> pittorica, o in<br />

maggiori proporzioni, anche <strong>la</strong> malta di preparazione o dell’intonaco.<br />

Tecnica d’esecuzione<br />

I dipinti di tutte le sale risultano eseguiti in affresco, con stesura dei<br />

colori direttamente sull’intonaco nei riquadri centrali, su una sottile preparazione<br />

nelle cornici disegnate a riquadri e su uno strato preparatorio più<br />

spesso nelle lunette (tav. 40).<br />

——————<br />

12 C.G. RATTI, Instruzione… cit., p. 59.

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