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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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400<br />

Elisabetta Arioti<br />

settembre 1824 al<strong>la</strong> riunione e c<strong>la</strong>ssificazione delle scritture appartenenti al<br />

Corpo Civico » veniva ribadita nel novembre del 1830 da un più autorevole<br />

componente dell’amministrazione municipale, il decurione archivista Tommaso<br />

Balbi, che in quell’occasione segna<strong>la</strong>va anche come il priore dell’Ufficio<br />

provveditori continuasse a deplorare che<br />

« le carte dell’archivio dell’antica Censoria e di tutte le altre magistrature, che a quel<strong>la</strong><br />

si succedettero fino al 1814, trovansi depositate in un angusto e mal custodito luogo,<br />

nel locale dei Forni civici, esposte al<strong>la</strong> polvere ed ai tarli, e soggette quindi ad un continuo<br />

de<strong>per</strong>imento... » 35 .<br />

L’interesse dell’amministrazione comunale genovese <strong>per</strong> i propri archivi<br />

iniziò a risvegliarsi soltanto a partire dal 1850, ossia dopo <strong>la</strong> riforma dell’ordinamento<br />

comunale e provinciale introdotta col regio decreto 7 ottobre<br />

1848, che aveva reso necessario un generale riordinamento degli uffici e dei<br />

servizi municipali. Nel Rego<strong>la</strong>mento <strong>per</strong> l’Amministrazione interna del<br />

Municipio di Genova approvato dal Consiglio comunale il 19 gennaio 1850<br />

era prevista infatti l’istituzione di un’apposita commissione « <strong>per</strong> l’ordinamento<br />

e direzione dell’Archivio civico », al<strong>la</strong> quale nel febbraio dello stesso<br />

anno venne assegnato come col<strong>la</strong>boratore il futuro archivista Giuseppe<br />

Gambaro, inizialmente a tempo determinato « affinché possa applicarsi al<br />

<strong>la</strong>voro di riordinamento dell’archivio », e poi stabilmente a partire dal 14<br />

settembre 36. Grazie all’impegno di Gambaro e del suo assistente Ippolito<br />

Federici, che gli sarebbe in seguito subentrato nel<strong>la</strong> direzione dell’archivio,<br />

fu finalmente possibile censire in modo sistematico <strong>la</strong> documentazione<br />

conservata presso gli uffici e i depositi comunali, e predisporne il trasferimento<br />

in locali appositamente individuati presso <strong>la</strong> nuova sede municipale<br />

di Pa<strong>la</strong>zzo Tursi. Qui trovarono finalmente una collocazione unitaria sia i<br />

fondi provenienti dal Pa<strong>la</strong>zzetto criminale, ossia quelli dei Padri del Comune<br />

e dei Provvisori del vino, nonché le carte più recenti delle amministrazioni<br />

municipali succedutesi dal 1797, sia quelli dei Censori e del Magistrato<br />

dell’abbondanza, ancora in deposito nei locali dei forni civici.<br />

Il trasferimento ebbe materialmente inizio il 23 maggio 1854, e dopo di<br />

esso prese avvio anche una serie di <strong>la</strong>vori di riordinamento, elencazione e<br />

——————<br />

35 Ibid., Lettera del decurione archivista ai sindaci, 15 novembre 1830.<br />

36 Ibid., fasc. « 1805-1858. Deliberazioni », 13 febbraio e 14 settembre 1850. Una dettagliata descrizione<br />

del <strong>la</strong>voro svolto da Gambaro e Federici in L. SAGINATI, L’archivio storico del comune di Genova,<br />

Genova, Comune di Genova, Direzione Belle arti e storia, 1974.

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