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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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L’archivio del governo del<strong>la</strong> Repubblica di Genova in età moderna 443<br />

Per gli anni successivi le informazioni sulle cancellerie sono quasi inesistenti;<br />

solo a partire dal 1630 abbiamo trovato qualche provvedimento re<strong>la</strong>tivo<br />

alle mansioni dei segretari, all’organico di cancelleria e al<strong>la</strong> tute<strong>la</strong><br />

del<strong>la</strong> riservatezza. Il 5 giugno 1630, su re<strong>la</strong>zione dei Due di pa<strong>la</strong>zzo, i Collegi<br />

deliberarono una rotazione quadrimestrale, non più annuale, <strong>per</strong> graviora<br />

negocia re<strong>la</strong>tivi ai rapporti con Roma, <strong>la</strong> Germania e <strong>la</strong> Spagna al fine<br />

di ripartire meglio i carichi di <strong>la</strong>voro 62. Un decreto del Senato del 27 giugno<br />

1636 stabilì che i segretari dovessero tenere le pratiche segrete separate<br />

dalle altre scritture e non porle « in libro o fogliazzi ove si tengono cose<br />

publiche»; <strong>per</strong> evitare che le scritture anche di privati restassero in mano ai<br />

giovani si prescrissero due filze <strong>per</strong> ogni cancelleria, una delle suppliche<br />

«da leggersi e da spedirsi e l’altra dove si pongano le spedite », da riporre<br />

immediatamente dopo <strong>la</strong> «provisione» del Senato o dei Collegi 63. Dai capitoli<br />

intorno al<strong>la</strong> riforma delle cancellerie del Senato, approvati il 6 ottobre<br />

1637, apprendiamo che l’organico di ogni cancelleria comprendeva, oltre<br />

al segretario, un sottocancelliere notaio di collegio e sei giovani, di età<br />

compresa fra i 15 e i 22 anni; due di loro più provetti, già approvati al primo<br />

esame o notai extra moenia, erano detti lettori <strong>per</strong>ché a turno dovevano<br />

assistere Senato e Consigli e leggere a voce alta suppliche e processi; il lettore<br />

che rimaneva nello scagno fungeva da cassiere; tutti erano proposti dal<br />

cancelliere, eletti dal Senato e obbligati a mantenere il segreto d’ufficio. Era<br />

<strong>per</strong>ò « lecito introdurre nello scagno, fuori del numero prefisso » e senza<br />

compenso, figli, fratelli, nipoti e discendenti diretti di segretari e sottocancellieri<br />

« a fine di essercitarli », ma costoro probabilmente creavano più problemi<br />

che vantaggi all’ordinario funzionamento degli uffici. I capitoli accennano<br />

solo indirettamente al<strong>la</strong> documentazione prodotta: i segretari non<br />

dovevano palesare neppure ai sottocancellieri « né in voce né in scritto alcuno<br />

de secreti del<strong>la</strong> Republica (...) né <strong>la</strong>sciare in luoco a<strong>per</strong>to lettere di<br />

principi o di ministri tanto del<strong>la</strong> Republica come de principi forastieri, né<br />

le loro risposte o registri, ma custodir il tutto diligentemente <strong>per</strong> se stessi e<br />

sotto chiavi, senza confidarle ad alcuno » 64.<br />

A partire dagli anni trenta si comincia a trovare qualche informazione<br />

anche <strong>per</strong> l’archivio storico, non più su aspetti archiveconomici ma piutto-<br />

——————<br />

62 AS GE, Senato, Miscel<strong>la</strong>nea, filza 1093, doc. 4.<br />

63 Ibid., doc. 15.<br />

64 Ibid., doc. 88.

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