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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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364<br />

Pao<strong>la</strong> Caroli<br />

de dal pa<strong>la</strong>zzo degli antichi Padri del comune, che stava <strong>per</strong> essere demolito<br />

a causa dell’a<strong>per</strong>tura del<strong>la</strong> nuova strada Carlo Alberto.<br />

L’archivio conservava all’epoca documentazione a partire dal XIV-XV<br />

secolo, fra cui le deliberazioni e i provvedimenti, dal<strong>la</strong> metà del Quattrocento,<br />

dei Conservatores Sanitatis e degli organi ad essi succeduti, ossia <strong>la</strong><br />

Commissione e il Magistrato di sanità; <strong>la</strong> corrispondenza con le magistrature<br />

sanitarie degli altri paesi, con i propri rappresentati all’estero, con gli<br />

uffici del<strong>la</strong> Repubblica, ecc. Da essa si potevano trarre tantissime notizie<br />

sull’origine e sviluppo del sistema del<strong>la</strong> quarantena, sugli andamenti dei<br />

contagi, sul<strong>la</strong> storia delle pestilenze che avevano colpito il territorio ligure<br />

e dei mezzi utilizzati <strong>per</strong> contrastarle, su dati e statistiche re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> marina,<br />

al<strong>la</strong> navigazione e al commercio.<br />

Ebbene, quell’archivio così importante « che non domandava pane a<br />

nessuno », conservato <strong>per</strong> quasi cinque secoli « come sacro deposito da trasmettere<br />

ai posteri e che <strong>per</strong> ciò solo meritava venerazione e rispetto », fu<br />

invece destinato ad essere venduto e distrutto da « colui che in fatto aveva<br />

<strong>la</strong> maggiore influenza nel diriggere quel<strong>la</strong> Amministrazione ».<br />

Dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione emerge un vero e proprio accanimento: non solo fu respinta<br />

<strong>la</strong> proposta di Costa di comprare <strong>la</strong> documentazione destinata al<strong>la</strong><br />

vendita allo stesso prezzo di qualsiasi altro acquirente ma venne ordinato<br />

di sminuzzare foglio dopo foglio <strong>per</strong> farne pasta utile a fabbricare nuova<br />

carta. Sei uomini <strong>la</strong>vorarono <strong>per</strong> tre giorni, finché, essendo l’o<strong>per</strong>azione<br />

troppo lenta, si passò a dividere ogni pagina solo in quattro. Quando poi<br />

Costa riuscì, tramite intermediari, a far intervenire l’ammiraglio Giorgio<br />

Des Geneys, « direttore supremo dell’Amministrazione sanitaria », <strong>la</strong> distruzione<br />

fu interrotta, ma <strong>la</strong> documentazione venne portata su una terrazza<br />

e <strong>la</strong>sciata <strong>per</strong> tre giorni sotto <strong>la</strong> pioggia. Dopo aver<strong>la</strong> <strong>la</strong>sciata asciugare fu<br />

finalmente messa al riparo, tuttavia durante il trasporto, affidato alle guardie<br />

di Sanità, « gente rozza ed ignorante », molte corde che legavano le filze<br />

si rup<strong>per</strong>o e le carte andarono « a sfacimento ».<br />

Costa riuscì intanto a individuare chi era in possesso di quelle vendute<br />

con « gelosa segretezza », facendo « di nascosto tener dietro alle medesime<br />

». Venne così a sa<strong>per</strong>e che erano passate in seconda mano al<strong>la</strong> bottega di<br />

un pizzicagnolo:<br />

« mi recai da lui e trovai che le consumava rapidamente nel fasciarne tonno al<strong>la</strong> povera<br />

gente che lo compra a piccole dosi, essendo l’epoca di questa pesca, in quell’anno riuscita<br />

abbondantissima; lo pregai a rivendermi quelle carte: esso non voleva cederle a

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