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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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L’archivio del governo del<strong>la</strong> Repubblica di Genova in età moderna 437<br />

rotazione annuale <strong>per</strong> <strong>la</strong> cura di Città e Oltregiogo e delle due Riviere. I tre<br />

segretari pensarono <strong>per</strong>ò anche al luogo di <strong>la</strong>voro e all’archivio. Auspicarono<br />

quindi che si allestisse un’unica cancelleria « comune a tutti e tre, con<br />

tre camerette <strong>per</strong> puotersi ritirare a far le cose secrete, et questo <strong>per</strong> servitio<br />

publico et <strong>per</strong>ché ciascun di noi resti tanto più informato d’ogni cosa »<br />

e che nel frattempo « con ogni cellerità » si accomodassero « tre scagni più<br />

egualmente commodi », uno <strong>per</strong> ciascuno. Per l’archivio stabilirono che<br />

rimanesse « comune a tutti tre »; che <strong>la</strong> chiave fosse conservata dal segretario<br />

« c’ha <strong>la</strong> cura del<strong>la</strong> Città »; che <strong>la</strong> stanza « congiunta a detto archivo », del<strong>la</strong><br />

quale ciascuno dei tre aveva <strong>la</strong> chiave, non potesse essere utilizzata « <strong>per</strong><br />

scagno » ma « so<strong>la</strong>mente <strong>per</strong> uso dell’archivo »; che ognuno potesse farne<br />

estrarre « ciò che le occorrerà secondo <strong>la</strong> sua cura, ma l’utile che se ne cavassi<br />

da chi si sia di noi si debbia repartire egualmente <strong>per</strong> terzo ».<br />

La sede di conservazione era quindi limitata a una stanza con un vano<br />

attiguo, entrambi chiusi a chiave; vi erano versati tutti i pezzi non più necessari<br />

al servizio; vi si attingeva <strong>per</strong> il disbrigo di pratiche correnti o <strong>per</strong> il<br />

ri<strong>la</strong>scio di copie dietro compenso ripartito in parti uguali 46. L’esistenza di<br />

un vano attiguo all’archivio, che non risulta dal<strong>la</strong> p<strong>la</strong>nimetria vaticana del<br />

pa<strong>la</strong>zzo arcivescovile, ci induce a dubitare che tale sede fosse ancora quel<strong>la</strong><br />

allestita negli anni Quaranta del Cinquecento, anche <strong>per</strong>ché nel 1574 si era<br />

ipotizzato di dismetter<strong>la</strong> <strong>per</strong> risolvere <strong>la</strong> complessa controversia tra <strong>la</strong> Repubblica<br />

e l’arcivescovo cui si è già accennato. Dal re<strong>la</strong>tivo carteggio risulta<br />

infatti che doge e governatori avevano ignorato <strong>la</strong> richiesta del Pal<strong>la</strong>vicino<br />

di concedergli l’archivio « il quale è appresso a certe stanze ultimamente<br />

agionte al pa<strong>la</strong>zzo arcivescovale (...) sì <strong>per</strong>ché ne bisognavamo <strong>per</strong> uso publico<br />

sì <strong>per</strong>ché fabricandosi et apprendosi in quel luogho ne seguiva notabilissimo<br />

detrimento al<strong>la</strong> sicurezza del nostro Stato ». Quando l’arcivescovo cominciò<br />

« a far rom<strong>per</strong>e de facto il nostro muro a canto al detto archivo verso<br />

<strong>la</strong> piazza publica », aprendovi sette finestre, e « a voler far botteghe al<br />

piano del<strong>la</strong> piazza », si decise di cedere l’archivio, con « tutto quel sito (...)<br />

sul quale Monsignor Rev.mo pretende », al Collegio dei dottori « <strong>per</strong> fabricarvi<br />

un luogho dove (...) potessi congregarsi, non havendone », col vincolo<br />

di non creare a<strong>per</strong>ture nel muro « <strong>per</strong> non pregiudicare al<strong>la</strong> sicurezza del<br />

——————<br />

46 AS GE, Senato, Miscel<strong>la</strong>nea, filza 1093 « Decreti e ordini ai cancellieri », doc. 6; R. SAVELLI, Le mani...<br />

cit., pp. 598-599. La bozza di rego<strong>la</strong>mento è posteriore al 30 aprile 1577, <strong>per</strong>ché vi si accenna al<br />

« privilegio de molini », ovvero all’esclusiva <strong>per</strong> quindici anni di far costruire mulini a vento come quelli inventati<br />

dal fiorentino Alderio del<strong>la</strong> Casa, che il Roccatagliata ottenne a quel<strong>la</strong> data: AS GE, Archivio segreto, b. 2943.

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