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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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« Note sono le dolorose vicende ... » 355<br />

Ben poco <strong>per</strong>altro si poteva formalmente obiettare alle motivazioni addotte<br />

<strong>per</strong> procrastinare una restituzione che a parole si diceva già decisa, motivazioni<br />

che d’altra parte delineavano in modo sempre più inequivocabile gli<br />

obiettivi e le condizioni del<strong>la</strong> trattativa. Raccolto il messaggio, il Comune si<br />

attivò quindi <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>per</strong>izia necessaria al<strong>la</strong> definizione del valore del Pa<strong>la</strong>zzetto<br />

criminale e del<strong>la</strong> parte da demolire di Pa<strong>la</strong>zzo San Giorgio, allo scopo di<br />

« definire un precedente che si desidera dal R. Ministro dell’Interno prima di<br />

procedere al chiesto ricollocamento negli Archivi governativi di Genova dei<br />

noti documenti esportati l’anno 1812 » 157, mentre il Dicastero delle finanze<br />

prendeva tempo e il prefetto, sensibile ai voti del Consiglio comunale e del<strong>la</strong><br />

Società ligure di storia patria, interponeva nuovamente i suoi buoni uffici.<br />

Nel<strong>la</strong> sessione straordinaria dell’11 marzo 1864 il Consiglio comunale<br />

aprì un dibattito sul<strong>la</strong> deliberazione del<strong>la</strong> Giunta del 14 settembre precedente,<br />

re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> cessione del Pa<strong>la</strong>zzetto e alle demolizioni interessanti il<br />

Pa<strong>la</strong>zzo San Giorgio, nel corso del quale il consigliere Celesia ricordò come<br />

sin dal 21 giugno 1862 si fosse trattato l’argomento, in base <strong>per</strong>ò a condizioni<br />

molto diverse. Ossia, all’epoca era stato determinato che il Governo<br />

avrebbe dovuto assumersi gli oneri <strong>per</strong> l’Ufficio e l’archivio dell’insinuazione,<br />

divenuto nel frattempo Ufficio del registro, e che sarebbe stata corrisposta<br />

all’amministrazione cittadina una congrua indennità. Inoltre, vi era<br />

a quel tempo fondata fiducia di veder accolta l’istanza <strong>per</strong> il ritorno degli<br />

archivi genovesi depositati a Torino. Viceversa, ora si trattava di cedere il<br />

Pa<strong>la</strong>zzetto criminale <strong>per</strong> un importo inadeguato senza nient’altro in cambio.<br />

In partico<strong>la</strong>re, il rientro delle carte era rinviato al momento in cui sarebbero<br />

stati costruiti i locali adatti a riceverli.<br />

La discussione che ne seguì mette in luce le diverse posizioni in seno al Consiglio,<br />

che infine giunse ad approvare all’unanimità <strong>la</strong> seguente deliberazione:<br />

« Il Consiglio, nel<strong>la</strong> fiducia che il Governo non mancherà di dar pronto corso al riordinamento<br />

degli Archivii del Pa<strong>la</strong>zzetto e di trasportarvi, secondo <strong>la</strong> promessa che ne<br />

ha fatto, le carte del<strong>la</strong> Repubblica esistenti a Torino, e ferma restando <strong>la</strong> condizione<br />

che il Municipio rimanga esonerato dall’obbligo di provvedere agli Uffizii e Archivi<br />

d’Insinuazione e da tutti gli altri obblighi portati dalle Regie Patenti del 18 giugno<br />

1817, il tutto in conformità del<strong>la</strong> deliberazione del 21 giugno 1862, aderisce al<strong>la</strong> retrocessione<br />

del Pa<strong>la</strong>zzetto mediante l’indennità di L. 65.355 ».<br />

Con 18 voti favorevoli e 7 contrari fu approvata l’ulteriore proposta che<br />

chiedeva di salvaguardare l’integrità di Pa<strong>la</strong>zzo San Giorgio e riaprire le ar-<br />

——————<br />

157 Ibid., lettera del sindaco al prefetto di Genova del 15 giugno 1863.

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