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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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456<br />

Ausilia Roccatagliata<br />

fu incaricato di far trasportare in archivio « li fogliazzi e papeli» che il segretario<br />

Gio. Benedetto Gritta aveva <strong>la</strong>sciato nelle stanze del<strong>la</strong> cancelleria ove era<br />

subentrato Felice Tassorello, inventariare il tutto e riferire «<strong>la</strong> continenza di<br />

essi » 111; il 27 aprile 1664 accompagnò i deputati all’archivio Nicolò Serra,<br />

Agostino Spino<strong>la</strong> e Domenico Cattaneo <strong>per</strong> <strong>la</strong> ricognizione effettuata senza<br />

esito nel<strong>la</strong> sacrestia del<strong>la</strong> cattedrale, al fine di accertare <strong>la</strong> presenza di scritture<br />

nell’« armario » che racchiudeva il piede del<strong>la</strong> S. Croce 112. Infine Geronimo<br />

custodiva carte private conservate temporaneamente nell’archivio pubblico a<br />

seguito di deposito volontario o coatto 113, in modo da agevo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> visura o il<br />

ri<strong>la</strong>scio di copie alle parti anche in caso di contenzioso tra parenti o eredi,<br />

carte <strong>la</strong> cui consultazione o restituzione era talora subordinata al nul<strong>la</strong>osta<br />

dei Residenti di pa<strong>la</strong>zzo 114. È verosimile <strong>per</strong>ciò che questi pezzi fossero conservati<br />

a parte rispetto al<strong>la</strong> documentazione pubblica e che il Bor<strong>la</strong>sca fosse<br />

responsabile anche di un altro archivio, detto poi « palese » 115.<br />

Per far fronte al<strong>la</strong> gestione d’un patrimonio documentario in costante<br />

incremento – con decreto del 15 gennaio 1664, su re<strong>la</strong>zione di presidente e<br />

deputati all’archivio, il Senato dispose che « quando alcuno de m.ci segretarii<br />

terminerà <strong>la</strong> sua carrica, il suo successore debba (...) mandare al detto<br />

custode dell’archivio tutti li fogliazzi e scritture del suo predecessore, con<br />

tenere appresso sé so<strong>la</strong>menti quelli delli ultimi sei anni » – 116 e alle sempre<br />

——————<br />

111 AS GE, Archivio segreto, filza 3161/I, doc. 159, L’o<strong>per</strong>azione non fu compiuta in tempi brevi:<br />

il 2 gennaio 1665 un nuovo decreto del Senato prescrisse che tali « scritture, libri manuscritti et altri papeli »<br />

fossero consegnati all’archivista con l’onere di « riconoscerli, ponerli ad ordine, formarne inventario e<br />

riponnerli in detto archivio in luogo opportuno » insieme con un « forciere ferrato », abbandonato dal<br />

Gritta in segreteria, da riporre e conservare « in altra stanza di detto archivio », ma il versamento fu effettuato<br />

soltanto il 6 settembre 1667: ibid., docc. 398, 403.<br />

112 Ibid., doc. 397.<br />

113 Ibid., docc. 124, 125, 134, 137, 144, 150, 151, 155, 221, 314-316, 318-322, 363, 375, 380, 399, 406.<br />

114 Ibid., docc. 315, 316, 363, 375, 380, 399.<br />

115 Vi confluivano fra l’altro <strong>la</strong> corrispondenza in arrivo dal<strong>la</strong> Città e dal Dominio e le carte dei<br />

Residenti stessi: C. BITOSSI, Gli archivi... cit., p. 83.<br />

116 AS GE, Archivio segreto, filza 3161/I, doc. 400. Il Senato accolse soltanto due delle proposte<br />

avanzate dai deputati il 29 dicembre 1659, che consigliarono di consentire al custode dell’archivio di poter<br />

tenere durante <strong>la</strong> notte un lume ad olio (v. oltre p. 457) e di imporre il versamento dei fogliazzi Actorum<br />

expeditorum, Non expeditorum e Inutilium a fine mandato dei cancellieri, in esecuzione del<strong>la</strong> legge « De<br />

scribis seu secretariis ». Fu invece ignorata una terza proposta che avrebbe dato vita a due differenti sedi di<br />

conservazione, presso le cancellerie e presso l’archivio, aggravando ulteriormente i problemi di gestione e<br />

di re<strong>per</strong>imento delle carte: si era suggerito infatti che i fogliazzi Diversorum, Rerum publicarum, Secretorum,<br />

Propositionum, Litterarum a principibus et viris illustribus restassero nelle cancellerie, che i sottocancellieri<br />

ne facessero «quello stesso scrutinio con le sue note opportune che si fanno in quelli fogliazzi

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