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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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I graffiti del Pa<strong>la</strong>zzetto criminale 261<br />

citati) di Cornelio de Wael, pittore fiammingo che o<strong>per</strong>ò in Genova tra il<br />

1620 ed il 1657, possiamo osservare, nel suo drammatico realismo, un momento<br />

del<strong>la</strong> “vita” che vi si svolgeva. In essi sono posti in evidenza alcuni<br />

<strong>per</strong>sonaggi intenti nel<strong>la</strong> loro o<strong>per</strong>a caritatevole, si notano poi, oltre ai prigionieri,<br />

secondini, bargelli e guardie di pa<strong>la</strong>zzo.<br />

Solo una cel<strong>la</strong> è stata risparmiata dai vari riadattamenti che il pa<strong>la</strong>zzo ha<br />

subito nel corso del tempo conservando integri una parte dei graffiti che i<br />

suoi sfortunati “inquilini” hanno tracciato sulle pareti e sul soffitto. Minori<br />

danni hanno subito invece le testimonianze graffite e dipinte dei detenuti<br />

incarcerati nel<strong>la</strong> Torre Grimaldina e nei sottotetti di Pa<strong>la</strong>zzo ducale e che<br />

hanno potuto pure godere di un’accurata o<strong>per</strong>a di restauro 19.<br />

Detta cel<strong>la</strong> si trova al terzo piano; misura circa 6 x 5 m ed il soffitto è<br />

alto so<strong>la</strong>mente 2. Il vano, come pure quelli adiacenti, ha subito trasformazioni<br />

determinando <strong>la</strong> <strong>per</strong>dita di parte dei graffiti; anche le su<strong>per</strong>fici non<br />

interessate hanno subito stuccature e varie imbiancature tanto che molti di<br />

essi sono scomparsi o divenuti solo in parte leggibili.<br />

I graffiti sono stati eseguiti scalfendo con una punta l’intonaco <strong>la</strong> cui su<strong>per</strong>ficie<br />

risultava certamente annerita dal fumo di fiaccole e fuochi, col risultato<br />

di ottenere un bicromatismo che evidenziava i tratti incisi. Dopo le varie<br />

imbiancature delle su<strong>per</strong>fici <strong>la</strong> lettura dei graffiti è stata possibile unicamente<br />

con il rilevamento tramite calco cartaceo o frottage (tav. 16). Tale tecnica<br />

consente, oltre ad un più agevole studio degli stessi lontano dal sito, un esame<br />

obiettivo dei segni incisi poiché solo essi vengono rilevati: non appaiono<br />

infatti le ombre e macchie naturali od artificiali che possono ingannare<br />

l’occhio umano o l’obiettivo di una macchina fotografica (anche tutti i graffiti<br />

dei loggiati sono stati rilevati con <strong>la</strong> medesima tecnica).<br />

I graffiti sono costituiti nel<strong>la</strong> quasi totalità da caratteri alfanumerici; tra<br />

le poche figure si contano due cerchi, due croci, forse due silhouettes di velieri<br />

ed un cuore trafitto da una freccia con <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> AMO in alto, a sinistra<br />

il nome TAZIN, a destra il probabile nome dell’amata che risulta <strong>per</strong>ò illeggibile;<br />

da notare che questa figura, essendo attestata a partire dal XVII<br />

secolo, risulta nel nostro caso una vera “primizia”.<br />

I caratteri alfanumerici sono costituiti da:<br />

——————<br />

19 P.L. BRUZZONE - F. MELIS, La torre e le carceri di Pa<strong>la</strong>zzo Ducale, Genova, Tormena, 1998<br />

(Guide ai Musei di Genova).

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