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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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106<br />

Alexandre Gardini<br />

1988 di compiere alcuni saggi di scavo, controlli e recu<strong>per</strong>i in corso d’o<strong>per</strong>a<br />

in varie parti del complesso monumentale 21.<br />

La chiesa. All’interno del<strong>la</strong> chiesa, nel<strong>la</strong> parte centrale, sotto il pavimento<br />

di epoca moderna costruito quando l’edificio è stato trasformato in caserma,<br />

è stato messo in luce l’estradosso di una volta costruita in mattoni su cui<br />

poggiavano dei piccoli vani di forma rettango<strong>la</strong>re intonacati nel<strong>la</strong> parte interna.<br />

Strutture da attribuirsi ad una probabile cripta costruita sotto <strong>la</strong> chiesa ed<br />

a vani ad uso sepolcrale. Tali strutture erano state riempite di macerie, probabilmente,<br />

quando l’edificio di culto venne adibito a caserma.<br />

Sotto <strong>la</strong> sacrestia è stata messa in luce una cripta con numerosi loculi<br />

mortuari, dislocati lungo le pareti, in cui il defunto veniva deposto in posizione<br />

seduta su di una <strong>la</strong>stra d’ardesia. Il loculo era poi richiuso con due<br />

spessi <strong>la</strong>stroni d’ardesia, che a loro volta erano ancorati sul muro di fondo<br />

con delle grappe in ferro. La maggior parte dei loculi non erano stati utilizzati.<br />

Nell’ambiente sotterraneo si accedeva tramite una stretta sca<strong>la</strong> in muratura.<br />

La cripta è da re<strong>la</strong>zionarsi con <strong>la</strong> costruzione del<strong>la</strong> chiesa iniziata nel<br />

corso del 1724. Il locale viene obliterato con un potente riempimento di<br />

macerie, dentro il quale si recu<strong>per</strong>ano re<strong>per</strong>ti ceramici databili fra <strong>la</strong> fine<br />

del XVIII e gli inizi del XIX secolo, <strong>per</strong>iodo che coincide con <strong>la</strong> trasformazione<br />

del complesso conventuale in caserma.<br />

In un ambiente, al piano terra del piccolo edificio addossato al <strong>la</strong>to est<br />

del<strong>la</strong> chiesa 22, sono stati ritrovati i resti di strutture antecedenti l’insediamento<br />

dei padri Gesuiti. La struttura più antica appartiene ad un pi<strong>la</strong>stro in<br />

mattoni co<strong>per</strong>to da uno strato di distruzione con materiale del XVI secolo.<br />

Di epoca posteriore è un muro dallo spessore di m 0.60, ritrovato <strong>per</strong> una<br />

altezza di m 1.40 e una lunghezza di m 7.00 c., le cui fondazioni poggiano<br />

sull’argil<strong>la</strong> sterile. Il pi<strong>la</strong>stro doveva far parte di un edificio medievale,<br />

mentre il muro, di un <strong>per</strong>iodo successivo, è stato distrutto con <strong>la</strong> costruzione<br />

del<strong>la</strong> chiesa. Il muro in questione doveva appartenere ad uno degli edifici<br />

——————<br />

21 Gli scavi voluti dall’allora soprintendente Anna Gallina Zevi sono stati condotti dal<strong>la</strong> Società<br />

lombarda di archeologia sotto <strong>la</strong> direzione di chi scrive. Le p<strong>la</strong>nimetrie del colle di Carignano alle tavole<br />

46-47 sono di Andrea Miglio del<strong>la</strong> ditta Aran Progetti che ringrazio <strong>per</strong> <strong>la</strong> preziosa col<strong>la</strong>borazione. I disegni<br />

delle lettere iniziali sulle ceramiche sono di Laura Tomasi, mentre le foto delle ceramiche sono a<br />

cura di Sandro Paba del<strong>la</strong> Soprintendenza ai beni archeologici del<strong>la</strong> Liguria. La foto a tavo<strong>la</strong> 8 proviene<br />

dall’archivio dell’ISCUM (Istituto <strong>per</strong> <strong>la</strong> Storia del<strong>la</strong> Cultura Materiale).<br />

22 Si tratta del piccolo edificio antistante via di S. Chiara dove ha <strong>la</strong> sede il Nucleo carabinieri <strong>per</strong><br />

<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del patrimonio culturale.

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