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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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36<br />

Gianni Bozzo<br />

I singoli episodi si collocano nei riquadri o nei tondi, delimitati da eleganti<br />

profi<strong>la</strong>ture a stucco e originanti, nel loro insieme, una struttura “a <strong>la</strong>birinto”,<br />

sul<strong>la</strong> quale è opportuno soffermarsi. I pennacchi di raccordo tra <strong>la</strong><br />

volta e le lunette ospitano figure allegoriche, interpretabili come le Arti liberali<br />

(tav. 23), mentre nel salone di Pa<strong>la</strong>zzo Cambiaso compaiono le Muse<br />

e Apollo. Non esistono in ambito locale, casi analoghi di suddivisione di<br />

uno <strong>spazi</strong>o figurativo in questa guisa; i precedenti possono cogliersi in ambito<br />

romano ed in partico<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> volta del coro di Santa Maria del Popolo<br />

a Roma affrescata dal Pinturicchio entro il 1509, recante l’Incoronazione<br />

del<strong>la</strong> Vergine al centro in uno <strong>spazi</strong>o ottagono, i quattro Evangelisti nei clipei<br />

ango<strong>la</strong>ri, quattro immagini di Sibille nei trapezi risultanti e quattro<br />

Dottori del<strong>la</strong> Chiesa nei pennacchi.<br />

Scrive C<strong>la</strong>udio Strinati:<br />

« <strong>la</strong> volta era originariamente a crociera come emerge con chiarezza osservando <strong>la</strong><br />

forma dei pennacchi d’attacco che hanno forma convessa, anziché concava come sarebbe<br />

normale in una volta a ve<strong>la</strong> reale. Evidentemente <strong>la</strong> muratura fu rettificata <strong>per</strong><br />

dare al pittore l’opportunità di uno <strong>spazi</strong>o unitario » 15 .<br />

L’acuta osservazione di Strinati non sembra tener conto del fatto che il<br />

Pinturicchio vuole bensì uno <strong>spazi</strong>o comp<strong>la</strong>nare, ma non certo un campo<br />

unitario, se, come indubitabile, suddivide il grande riquadro centrale nelle<br />

eleganti partizioni ricordate. Nel caso del<strong>la</strong> vil<strong>la</strong> genovese, i Semino trasformarono<br />

le bordure ad affresco del Pinturicchio in multiple cornici a<br />

stucco, sulle quali il motivo ad intreccio è esaltato dal<strong>la</strong> policromia e riservano<br />

le grottesche agli <strong>spazi</strong> risultanti dalle suddivisioni ricordate. Anche <strong>per</strong><br />

questi ultimi partiti decorativi l’esempio genovese risulta piuttosto atipico,<br />

com’è dimostrato dallo sfondo nero su cui si stagliano alcune figurette e<br />

che sembra riferibile alle prime s<strong>per</strong>imentazioni che nel Rinascimento si<br />

compiono su esempi antichi. Per convincersene, è sufficiente considerare<br />

che le prime grottesche, a figure chiare su fondo scuro, contrassegnano il<br />

sorgere di questo tipo di decorazione, come si evince sfogliando l’agile libretto<br />

di Chastel su questa « pittura licenziosa e ridico<strong>la</strong> » 16. Le incisioni<br />

——————<br />

15 C. STRINATI, La volta del coro, in Umanesimo e primo Rinascimento in S. Maria del Popolo.<br />

Catalogo del<strong>la</strong> mostra, Roma 12 giugno - 30 settembre 1981, a cura di R. CANNATA, A. CAVALLARO, C.<br />

STRINATI, Roma, De Luca, 1981, p. 85.<br />

16 A. CHASTEL, La grottesca, Torino, Einaudi, 1989. Tale agevole trattazione compendia tutto un filone<br />

di studi, tra cui si segna<strong>la</strong>, almeno, l’imprescindibile saggio di N. DACOS, La découverte de <strong>la</strong> Domus<br />

Aurea et <strong>la</strong> formation des grotesques à <strong>la</strong> Renaissance, London-Leiden, The Warburg institute-Brill, 1969.

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