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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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492<br />

Ausilia Roccatagliata<br />

creto ». Stabilirono inoltre di dare comunicazione del provvedimento al presidente<br />

dell’archivio affinché control<strong>la</strong>sse « che non manchino l’archivista e<br />

giovine a propri doveri » e di consegnarne copia al segretario « destinato al<br />

dipartimento de Confini » 265.<br />

Il capo del<strong>la</strong> Giunta dei confini, ad un tempo presidente dell’archivio, non<br />

solo vigi<strong>la</strong>va sull’o<strong>per</strong>ato degli addetti, come si è appena visto, ma poteva avvalersene<br />

in esclusiva: in forza di un decreto del Senato del 22 agosto 1785 gli<br />

archivisti dell’archivio segreto non potevano « cercare scritture né impiegarsi<br />

<strong>per</strong> alcuno, ancorché magistrato supremo », sino a nuovi ordini del capo del<strong>la</strong><br />

Giunta suddetta « al quale fa di bisogno di tutta l’attenzione e serviggio di<br />

sudetti <strong>per</strong> <strong>la</strong> pratica di Viozenna » 266.<br />

Erano subordinati al parere del presidente dell’archivio i <strong>la</strong>vori di « riadattamento<br />

» e rilegatura di unità archivistiche in precarie condizioni, come<br />

quelli autorizzati dal Senato il 28 novembre 1777 che, effettuati in tre tornate<br />

entro il 15 aprile 1779, interessarono 23 libri in foglio imprecisati, due dei<br />

quali « ligati in carta pecora » e uno « in carta reale grande, legatura in vacchetta<br />

»; a lui spettava, visti i conti e sentito l’archivista, emettere i mandati di<br />

pagamento: Alerame Pal<strong>la</strong>vicino e poi il successore Paolo Camillo Mainero<br />

ordinarono infatti di versare lire 94.10 al « libraro » Felice Pieroni <strong>per</strong> i <strong>la</strong>vori<br />

di cui si è appena detto, invece di lire 96.18 indicate nelle note del fornitore<br />

267. Ancora, su autorizzazione del Senato, il presidente doveva far corrispondere<br />

i compensi <strong>per</strong> le copie eseguite nell’archivio segreto o <strong>per</strong> i bolli ivi<br />

impiegati: così Gio. Francesco Scaglia, il 2 luglio 1789, ingiunse di versare<br />

all’archivista Angelo Garibaldo 250 lire fuori banco, di cui 200 <strong>per</strong> copie di<br />

« [va]rie scritture, antiche re<strong>la</strong>zioni ed altre carte » re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> pratica di Tivegna<br />

e Madrignano e 50 <strong>per</strong> altre copie, fatte dal giovane Bacigalupo, di varie<br />

testimonianze ed altre scritture « concernenti detta pratica avute da comunisti<br />

genovesi di Tivegna » 268; il 1° ottobre di quello stesso anno ordinò<br />

invece di pagare lire 34.15 ad Angelo Tessera, « fabbricatore» di n. 50 bolli<br />

<strong>per</strong> l’archivio segreto, utilizzati <strong>per</strong> le lettere alle Corti » 269.<br />

——————<br />

265 AS GE, Archivio segreto, filza 3161/I, doc. 6.<br />

266 Ibid., filza 3161/II, doc. 523.<br />

267 Ibid., doc. 161. Dalle note contabili emergono anche i nomi di altri artigiani: Emanuele Coreso<strong>la</strong>,<br />

Gero<strong>la</strong>mo Bianchi, i fratelli Pontremoli.<br />

268 Ibid., doc. 365.<br />

269 Ibid., doc. 250.

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