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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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L’area urbana tra il Pa<strong>la</strong>zzetto criminale e <strong>la</strong> cattedrale di San Lorenzo 237<br />

al<strong>la</strong> quale abbiamo fatto cenno, realizzata a metà del XVI secolo, accolsero<br />

più volte nelle loro abitazioni, come altre importanti famiglie, le riunioni<br />

dei consoli e ospitarono i primi podestà 94. Genova ebbe infatti una sua<br />

prima residenza ufficiale di governo, staccata e libera dalle consorterie nobiliari,<br />

solo quando fu edificato il pa<strong>la</strong>zzo del Capitano del popolo, poi pa<strong>la</strong>zzo<br />

San Giorgio 95.<br />

L’ipotesi che assegna in proprietà ai De Fornari l’edificio di via Reggio<br />

fa riferimento a un documento sti<strong>la</strong>to nel pa<strong>la</strong>zzo arcivescovile mediante il<br />

quale Ugo De Fornari si impegnò, con l’arcivescovo Ottone Ghilini (1203-<br />

1239), a « tenere c<strong>la</strong>usos aquarolos sive sedilia que sunt in domo sua mer<strong>la</strong>ta<br />

facta madonibus, et que est iuxta turrim et qui acquaroli sive sedilia<br />

sunt ex parte pa<strong>la</strong>tii domini Archiepiscopi... » 96. Quindi Ugo era il proprietario<br />

di un’abitazione importante, in muratura, mer<strong>la</strong>ta, difesa da una<br />

torre che tuttavia aveva i servizi igienici ben poco protetti da occhi indiscreti,<br />

soprattutto pudichi come dovevano essere quelli del<strong>la</strong> corte vescovile. Da<br />

buon cristiano si impegnò a porvi rimedio, non facendo costruire altri servizi<br />

verso il pa<strong>la</strong>zzo del vescovo o, se ciò fosse avvenuto, a farli chiudere<br />

con una turrexel<strong>la</strong>, in modo che chi li avesse usati non potesse essere visto.<br />

Lo promise <strong>per</strong> lui e i suoi eredi, sotto pena di una forte multa 97.<br />

I De Fornari avevano quindi un loro pa<strong>la</strong>zzo che confinava con proprietà<br />

dell’arcivescovo e non necessariamente con il pa<strong>la</strong>zzo vescovile, anche<br />

se il documento fu redatto nel<strong>la</strong> sede del presule; ed è anche vero che<br />

gli stessi, come molte altre famiglie di primo piano, hanno non pochi interessi<br />

nel<strong>la</strong> zona circostante San Lorenzo e che una loro abitazione dove si<br />

riunivano le maggiori autorità non doveva essere lontano dal centro del<br />

potere. Ed è ancora vero che il pa<strong>la</strong>zzo sorge accanto ad una possente torre,<br />

ma è anche vero che nel 1204, anno in cui il notaio Guglielmo Cassinese<br />

eseguì l’atto, il chiostro di San Lorenzo doveva essere totalmente edificato<br />

e doveva aver inglobato l’antica costruzione “vescovile”.<br />

Appare quindi improbabile poter identificare il pa<strong>la</strong>zzo con loggia all’angolo<br />

tra via Tommaso Reggio e vico di Scurreria <strong>la</strong> Vecchia con il pa<strong>la</strong>zzo<br />

di Ugo De Fornari; così come sembra impossibile affermare che l’edificio<br />

——————<br />

94 M. MARCENARO, Alcuni edifici del potere civile e religioso... cit., pp. 189-190.<br />

95 Cfr. supra nota 67.<br />

96 E. POLEGGI, Il sistema delle curie nobiliari... cit., p. 488.<br />

97 Il secondo registro... cit., doc. 165, 5 giugno 1204, pp. 192-193.

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