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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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XIV<br />

Liliana Pittarello<br />

Ministero si impegnava a completare i <strong>la</strong>vori, ci trovammo con rabbia ad assistere<br />

al<strong>la</strong> ripresa del degrado e ad affrontare i contenziosi di un cantiere<br />

che era stato chiuso improvvisamente, privo anche delle o<strong>per</strong>e di protezione<br />

di quanto già attuato. Già allora, il Soprintendente <strong>per</strong> i beni architettonici<br />

si assumeva il ruolo di regia <strong>per</strong> o<strong>per</strong>e di questa natura: come prima Semino,<br />

mi trovai io – soprintendente in Liguria dal 1991 – ad affrontare il problema,<br />

facendo quanto possibile <strong>per</strong> tenere vivo il cantiere, in attesa che il Ministero<br />

trovasse i mezzi <strong>per</strong> onorare l’impegno. L’occasione fu anche allora un<br />

evento speciale, le “Celebrazioni Colombiane” del 1992, dal cui Comitato<br />

– presieduto da Paolo Emilio Taviani – ottenemmo il finanziamento <strong>per</strong> il restauro<br />

del<strong>la</strong> vil<strong>la</strong>, che accolse una delle mostre colombiane, con progetto e<br />

direzione <strong>la</strong>vori di Gianni Bozzo, funzionario di zona, ora Soprintendente<br />

<strong>per</strong> i beni architettonici in Piemonte. Finalmente, attivati nuovi cospicui<br />

finanziamenti dal<strong>la</strong> Direzione generale <strong>per</strong> gli Archivi guidata da Salvatore<br />

Italia, nel 1998 si poterono riprendere i <strong>la</strong>vori sul resto del Convento, con<br />

<strong>la</strong> direzione di Marco Tabarini, che racconta in questi Atti gli ultimi sette<br />

anni, quando, di nuovo, ormai diventata soprintendente regionale, col<br />

compito istituzionale – quindi – di coordinare tutti i settori del Ministero in<br />

Liguria e di sedere nel Comitato “GeNova2004”, concordai col sindaco Pericu,<br />

presidente, il finanziamento <strong>per</strong> l’intervento conclusivo.<br />

L’Archivio di Stato si poté così insediare in Sant’Ignazio nel<strong>la</strong> tarda primavera<br />

del 2004, con un trasloco rapido e sapiente, grazie al<strong>la</strong> bravura del<strong>la</strong> direttrice<br />

Pao<strong>la</strong> Caroli e del suo gruppo (primo fra tutti Alfonso Assini): l’Archivio vi<br />

traslocò in toto, <strong>la</strong>sciando vuota <strong>la</strong> vecchia sede del “Pa<strong>la</strong>zzetto criminale”,<br />

ormai insicura e inadeguata, pronta <strong>per</strong> l’avvio del progettato intervento di<br />

ristrutturazione, al<strong>la</strong> cui conclusione l’Archivio avrà finalmente, con le sue<br />

due sedi, gli <strong>spazi</strong> idonei al<strong>la</strong> sua importanza di livello inter<strong>nazionale</strong>.<br />

Da allora, l’Archivio di Stato genovese ha dato avvio ad una ricca attività<br />

di “valorizzazione” e “promozione” del proprio Istituto, del<strong>la</strong> propria sede e<br />

dei propri fondi, organizzando iniziative culturali di grande interesse e richiamo<br />

ed accogliendo manifestazioni nell’au<strong>la</strong> del<strong>la</strong> chiesa, divenendo in<br />

città uno dei poli più attivi e vitali di “produzione” culturale, confermando<br />

così appieno le potenzialità di vivace centro propulsore di un grande Istituto<br />

archivistico ben condotto.<br />

Ovviamente, tempo ne è passato nell’attesa, ma <strong>la</strong> storia degli ultimi decenni<br />

del Sant’Ignazio genovese ci insegna ad aver fiducia nelle buone idee, che sono<br />

tali da aggregare al proprio fine le necessarie sinergie e le generazioni.

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