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Johann Nepomuk Nestroy Tradizione e trasgressione a cura di ...

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J. N. <strong>Nestroy</strong> – <strong>Tra<strong>di</strong>zione</strong> e <strong>trasgressione</strong>, 179-194<br />

Gabriella Rovagnati<br />

(Milano)<br />

Fedele intenzione e coatta violazione: tradurre <strong>Nestroy</strong><br />

In una lettera, scritta al fratello Ludwig l’11 luglio 1936, Gretl Wittgenstein,<br />

molto colpita dalla morte <strong>di</strong> Karl Karus, si <strong>di</strong>chiara pentita <strong>di</strong> non<br />

aver mai regalato al giornalista della «Fackel» il manoscritto della pièce <strong>di</strong><br />

<strong>Johann</strong> <strong>Nestroy</strong> Der Zerrissene (1844) che era allora in suo possesso 1 . Questo<br />

mancato gesto <strong>di</strong> generosità si spiega con il fatto che la donna ben sapeva<br />

che <strong>Nestroy</strong> non solo era stato uno degli idoli <strong>di</strong> Kraus, ma era anche<br />

una passione del suo adorato fratello; alle sue Indagini Filosofiche Ludwig<br />

Wittgenstein, uomo <strong>di</strong> estrema severità soprattutto nei confronti <strong>di</strong> se<br />

stesso, ha premesso quale motto, com’è noto, questo aforisma, tratto dall’ultimo<br />

atto della farsa <strong>di</strong> <strong>Nestroy</strong> Der Schützling: «Ueberhaupt hat der<br />

Fortschritt das an sich, daß er viel größer ausschaut, als er wirklich ist» 2 .<br />

Non è <strong>di</strong>fficile in<strong>di</strong>viduare quale sia il denominatore che, <strong>di</strong> là della comune<br />

matrice asburgica, raccorda in una triade <strong>Nestroy</strong>, Kraus e Wittgenstein:<br />

è il culto quasi fanatico per la lingua, lo scandaglio e lo smascheramento<br />

delle sue potenzialità fuorvianti, la denuncia del suo assoggettamento<br />

a una comunicazione subdolamente manipolata dai meccanismi del<br />

potere, che può caricarla – a seconda delle situazioni e del contesto sociale<br />

e culturale – <strong>di</strong> valenze vuoi repressive vuoi eversive. E tutti e tre, benché<br />

in mo<strong>di</strong> e con approcci <strong>di</strong>versi, attribuisco un unico senso alla lingua:<br />

quello <strong>di</strong> essere luce, «fiaccola» appunto, decisa a ban<strong>di</strong>re ogni os<strong>cura</strong>ntismo,<br />

religioso, politico o gnoseologico che sia.<br />

1 Ludwig Wittgenstein: Vostro fratello Ludwig. Lettere alla famiglia 1908-1951. Traduzione<br />

<strong>di</strong> Gabriella Rovagnati. Milano 1998, p. 178s.<br />

2 HAK: Stücke 24/II, (IV, 10), p. 91. Trad. ital: «Nel complesso il progresso ha questo<br />

in sé, che sembra molto più grande <strong>di</strong> quel che è in realtà». La traduzione <strong>di</strong> questa e<br />

delle successive citazioni sono <strong>di</strong> chi scrive.

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