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Johann Nepomuk Nestroy Tradizione e trasgressione a cura di ...

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186<br />

Gabriella Rovagnati<br />

Perché Klimm pensasse proprio a questi due <strong>di</strong>aletti e non, per esempio,<br />

a una parlata interme<strong>di</strong>a come la romana, non è chiaro. Certo è invece<br />

che una prima versione <strong>di</strong> <strong>Nestroy</strong> in italiano si era già avuta nel<br />

1842, dunque quando lo scrittore era ancora nel pieno della sua attività<br />

creativa. Il fascicolo n° 371 della «Biblioteca ebdomadaria teatrale» <strong>di</strong> Milano,<br />

una collana votata alla <strong>di</strong>ffusione «delle più accre<strong>di</strong>tate Trage<strong>di</strong>e,<br />

Comme<strong>di</strong>e, Drammi e Farse del Teatro Italiano, Inglese, Spagnuolo,<br />

Francese e Tedesco», contiene infatti «Pian Terreno e primo piano ossia I<br />

capricci della fortuna. Azione comica in tre atti <strong>di</strong> Giovanni <strong>Nestroy</strong>. Tradotta<br />

e lavorata per l’italica scena da Pietro Molin, Conegliese» 29 . L’eco del<br />

sensazionale successo ottenuto a Vienna da Zu ebener Erde und erster Stock<br />

oder Die Launen des Glücks doveva essere arrivato fino alla capitale lombarda,<br />

allora austriaca, tanto che a sette anni dalla prima del 1835 era stata<br />

stampata a Milano una versione italiana del testo. Un’analisi <strong>di</strong> questo copione,<br />

dove oltre a quello dell’autore sono tradotti anche i nomi <strong>di</strong> tutti i<br />

personaggi – il capitalista senza scrupoli «Goldfuchs» <strong>di</strong>venta «Volpe<br />

d’oro», il povero rigattiere «Schlucker» <strong>di</strong>venta «Bietolone» – <strong>di</strong>mostra<br />

come le traduzioni siano prodotti della storia; questa versione, pur interessante<br />

e meritoria, risulta infatti molto datata e incline all’uso monocorde <strong>di</strong><br />

un linguaggio colto e ricercato che male si adatta alle molteplici sfumature<br />

dell’originale. Ma non voglio qui certo fare la parte <strong>di</strong> chi, etichettandola<br />

con il nome <strong>di</strong> «Translation Stu<strong>di</strong>es», si de<strong>di</strong>ca a una <strong>di</strong>sciplina del tutto<br />

astratta, che tenta <strong>di</strong> scoprire, applicando al testo d’arrivo parametri preconcetti,<br />

spesso altisonanti ma non altrettanto trasparenti nelle loro finalità,<br />

fino a che punto un traduttore sia stato ligio al sacro quanto utopico<br />

principio dell’equivalenza. In questo sembra essersi specializzata l’Università<br />

<strong>di</strong> Innsbruck, dove, nello specifico, sono state redatte negli anni ottanta<br />

due tesi <strong>di</strong> traduttologia su <strong>Nestroy</strong> che, dopo non sempre convincenti<br />

argomentazioni teoriche, giungono con sicumera a <strong>di</strong>chiarare la loro<br />

piena insod<strong>di</strong>sfazione per l’operato dei traduttori 30 . Ma proprio <strong>Nestroy</strong> ci<br />

insegna, attraverso il giornalista Ultra, protagonista della farsa Freiheit im<br />

Krähwinkel che un censore è «ein menschgewordener Bleistift oder ein<br />

plesso questa buona introduzione incoraggia all’audacia <strong>di</strong> una prima traduzione <strong>di</strong> <strong>Nestroy</strong><br />

in italiano, nel qual caso egli si dovrebbe probabilmente adattare al <strong>di</strong>aletto milanese<br />

o napoletano». La stessa recensione anche in: Sprachkunst V (1974), S. 155f.<br />

29 L’e<strong>di</strong>tore è Placido Maria Visaj. Nei tre Re, S. Gio. Laterano. Milano 1842.<br />

30 Carmen Fritsch: Sprachwissenschaftliche Beobachtungen zu <strong>Nestroy</strong>-Übersetzungen<br />

ins Englische. Innsbruck 1982; Renate Pöder: Sprachwissenschaftliche Betrachtungen<br />

zur Übersetzung von <strong>Nestroy</strong>-Texten ins Italienische. Innsbruck 1985.

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