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Johann Nepomuk Nestroy Tradizione e trasgressione a cura di ...

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J. N. <strong>Nestroy</strong> – <strong>Tra<strong>di</strong>zione</strong> e <strong>trasgressione</strong>, 61-74<br />

Alberto Destro<br />

(Bologna)<br />

Il cronista sulla scena. <strong>Nestroy</strong> tra cronaca e storia<br />

Parlando <strong>di</strong> <strong>Nestroy</strong> occorre liberarsi dall’immagine <strong>di</strong> ascendenze classiche<br />

dello scrittore che scrive esclusivamente per sé e tenendo conto solo<br />

dei motivi per così <strong>di</strong>re interni della sua personale ispirazione. Già apparirebbe<br />

problematico pre<strong>di</strong>care in toto un simile atteggiamento per un<br />

Goethe. Certamente esso risulterebbe ad<strong>di</strong>rittura caricaturale per un <strong>Nestroy</strong>,<br />

come del resto la e<strong>di</strong>zione storico-critica appena giunta a compimento<br />

documenta ad ogni suo passo 1 . <strong>Nestroy</strong> è uomo <strong>di</strong> teatro nel senso<br />

più pieno della parola, e cioè è in primo luogo uomo della prassi teatrale, e<br />

il teatro non è soltanto, come i critici letterari tendono spesso a considerare,<br />

i suoi testi. Il teatro è fatto anche <strong>di</strong> fisicità, interazione <strong>di</strong> suoni, luci,<br />

parole, musica, movimento ecc., e anche beninteso <strong>di</strong> testi, ma testi recitati,<br />

cosa assai <strong>di</strong>versa dalla lettura e più che mai dalla moderna lettura silenziosa,<br />

e quin<strong>di</strong> testi che hanno un riscontro imme<strong>di</strong>ato nel pubblico<br />

presente in sala. La messa in scena, pertanto, richiede la collaborazione <strong>di</strong><br />

numerose persone, che sono in primo luogo gli attori, ma anche, almeno a<br />

partire dall’inizio del Novecento, il regista (che tende a fare dell’insieme<br />

degli attori una sorta <strong>di</strong> metapersona, una persona collettiva, un insieme<br />

unitario retto dalla sua volontà), e poi lo scenografo, il musicista, il balletto,<br />

fino al costumista, al suggeritore e al macchinista. Il teatro è, nella<br />

sua realizzazione scenica, opera eminentemente collettiva che in quanto<br />

tale deve far conto delle con<strong>di</strong>zioni dettate dalle norme del vivere associato<br />

(si pensi ai con<strong>di</strong>zionamenti economici, alla stratificazione sociale<br />

degli spettatori, alle regole della censura, alle possibilità materiali della tecnica<br />

teatrale, alle caratteristiche <strong>di</strong> quel particolare palcoscenico ecc. ecc.).<br />

Dire allora <strong>di</strong> un autore che è uomo <strong>di</strong> teatro, come dobbiamo affermare<br />

1 Cfr. HKA. I rinvii avverranno con cifra romana al volume e araba alla pagina.

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