Johann Nepomuk Nestroy Tradizione e trasgressione a cura di ...
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Il cronista sulla scena. <strong>Nestroy</strong> tra cronaca e storia<br />
Se gli esempi del denaro e della natura degli “operai” sono in<strong>di</strong>cativi<br />
dell’attenzione portata da <strong>Nestroy</strong> alle tendenze <strong>di</strong> fondo dell’evoluzione<br />
del corpo sociale impersonato nel suo pubblico, non dovrà invece sorprendere<br />
la mancanza quasi assoluta, tranne che nei brevi mesi dell’esperienza<br />
rivoluzionaria del 1848, <strong>di</strong> ogni commento esplicito alla contemporanea<br />
situazione politica. Sarebbe stato impensabile, infatti, che l’attentissima<br />
censura avesse permesso allusioni politiche anche <strong>di</strong> tipo del tutto<br />
innocente sulle tavole del palcoscenico. Certi fenomeni non potevano<br />
neppure venire nominati, essi semplicemente non appartenenvano alla<br />
sfera del teatro. Se ciò valeva in particolare per la religione, i suoi rappresentanti,<br />
i suoi dogmi (neppure il <strong>di</strong>avolo poteva venire nominato <strong>di</strong>rettamente,<br />
<strong>di</strong> solito lo si sostituiva con eufemismi), lo stesso si deve affermare<br />
per la casa regnante, l’aristocrazia, l’esercito, la giustizia o i concreti acca<strong>di</strong>menti<br />
della politica. La politica, il potere e i suoi rappresentanti non esistono<br />
affatto nell’orizzonte delle farse nestroyane. La scena finale <strong>di</strong> Nur<br />
Ruhe si doveva svolgere in un’aula <strong>di</strong> tribunale, la censura la spostò in un<br />
giar<strong>di</strong>no: ma proprio questa farsa insieme a parecchie altre può venire citata<br />
come una riprova <strong>di</strong> una certa in<strong>di</strong>retta, cifrata politicità del teatro nestroyano,<br />
il quale non può permettersi riferimenti evidenti al vigente sistema<br />
politico («System» come rinvio generico a tutto l’insieme della<br />
struttura <strong>di</strong> potere è una parola tipica dell’epoca, che il nostro ’68 ha ripreso,<br />
ma non inventato), ma proietta per analogia i tratti essenziali dell’autoritarismo<br />
ammantato <strong>di</strong> bonomia su un altro piano, quello dell’autorità<br />
della famiglia patriarcale. Il monarca non si può non <strong>di</strong>rò criticare, ma<br />
neppure nominare nel teatro comico. Ma il padre è un monarca in se<strong>di</strong>cesimo<br />
che assomma in sé i compiti <strong>di</strong> governo e <strong>di</strong> esercizio della giustizia e<br />
può quin<strong>di</strong> significare il titolare del potere supremo. In particolare ciò risulta<br />
evidente laddove vengano rappresentati grossi proprietari terrieri, <strong>di</strong><br />
norma dotatisi, qualsisasi siano le loro concrete origini sociali, <strong>di</strong> tutte le<br />
prerogative della più tra<strong>di</strong>zionale nobiltà agraria. Qualche volta il rimando<br />
alla realtà politica del “sistema” traspare improvvisamente: un Herr von<br />
Fett, già grossista <strong>di</strong> insaccati, e ora vivente <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta in una suo «castello<br />
in forma <strong>di</strong> villa» («Villaschloß») apostrofa uno sgra<strong>di</strong>to interlocutore socialmente<br />
inferiore <strong>di</strong>rettamente come «o<strong>di</strong>oser Untertan» (Liebesgeschichten<br />
und Heiratssachen, I, 16). Più spesso viene lasciato all’intelligenza dello spettatore<br />
avvertire il parallelismo tra i rapporti privato-familiari e la struttura<br />
del potere statale.<br />
L’unico momento in cui <strong>Nestroy</strong> potrà affrontare apertamente temi<br />
politici si avrà durante il periodo nel 1848-49 in cui il governo rivoluziona-<br />
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