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Johann Nepomuk Nestroy Tradizione e trasgressione a cura di ...

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Il cronista sulla scena. <strong>Nestroy</strong> tra cronaca e storia<br />

quidatore o tutti e due è vecchia questione, che qui non voglio affrontare)<br />

2 . Il teatro popolare viennese non è un teatro d’arte come intendeva<br />

essere il teatro granducale <strong>di</strong> Weimar <strong>di</strong>retto da Goethe, è un teatro commerciale,<br />

come lo è, per ricordare un esempio o<strong>di</strong>erno, la quasi totalità<br />

della fiction televisiva. Chiaramente all’interno della categoria <strong>di</strong> produzione<br />

commerciale si danno poi infinite sfumature <strong>di</strong> collocazione, dalla più<br />

prossima al polo della grande arte, come è certamente quella <strong>di</strong> <strong>Nestroy</strong>,<br />

alla più prossima a quello dell’intrattenimento televisivo più banale com’è<br />

quella <strong>di</strong> Dinasty o <strong>di</strong> Incantesimo. Lo strumento essenziale <strong>di</strong> rapporto e<br />

quasi verrebbe da <strong>di</strong>re <strong>di</strong> complicità con il pubblico è dato per il teatro<br />

popolare <strong>di</strong> Vienna dalla comicità. Si tratta <strong>di</strong> un teatro marcatamente comico.<br />

La definizione d’epoca <strong>di</strong> «Lachtheater» ripresa e ripetuta forse fin<br />

troppo dal massimo stu<strong>di</strong>oso del passato <strong>di</strong> questo teatro, Otto Rommel,<br />

ne tocca, pur nel suo carattere prossimo allo stereotipo, un carattere determinante<br />

3 .<br />

Ma un legame tanto stretto con il pubblico non può non avere conseguenze<br />

<strong>di</strong> grande portata anche sui testi (oltre che, non lo si <strong>di</strong>mentichi<br />

mai, sulla loro realizzazione scenica). Il pubblico reagisce a quanto è presente<br />

al suo orizzonte culturale, e cioè intellettuale ed emotivo. Il riferimento<br />

remoto, eru<strong>di</strong>to o comunque da cogliersi me<strong>di</strong>ante il ricorso alla<br />

memoria culturale stratificata, è pienamente legittimo nel testo destinato<br />

alla lettura, che può permettersi i tempi del ricordare me<strong>di</strong>tato o ad<strong>di</strong>rittua<br />

il ricorso al confronto fisico con altri testi. La lettura può venire interrotta,<br />

vuoi per richiamare alla memoria altre letture, vuoi ad<strong>di</strong>rittura per aprire<br />

un altro libro e esplicitare tracce <strong>di</strong> quella intertestualità che, come oggi<br />

ben sappiamo, è costitutiva <strong>di</strong> qualsiasi opera letteraria. Lo spettatore a<br />

teatro invece deve poter attingere per così <strong>di</strong>re a depositi mnemonici<br />

molto più prossimi (non necessariamente prossimi cronologicamente:<br />

Omero è vecchio <strong>di</strong> 3000 anni, ma citare l’O<strong>di</strong>ssea non richiede me<strong>di</strong>azioni<br />

per un pubblico anche <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ocre cultura letteraria). Questa troppo lunga<br />

introduzione <strong>di</strong> carattere generale, allora, sfocia nella constatazione che<br />

non dovrà meravigliare se <strong>Nestroy</strong>, il teatrante <strong>Nestroy</strong> (togliendo ogni<br />

2 Su <strong>Nestroy</strong> e la tra<strong>di</strong>zione del teatro popolare viennese, cfr. il primo capitolo del<br />

mio volume: Alberto Destro: L’intelligenza come struttura drammatica. Saggio su <strong>Johann</strong><br />

<strong>Nestroy</strong>. Napoli 1972, p. 9-88.<br />

3 Cfr. la summa del lavoro <strong>di</strong> un’intera vita <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso nel volume Otto Rommel:<br />

Die Alt-Wiener Volkskomö<strong>di</strong>e. Ihre Geschichte vom Barocken Welt-Theater bis zum<br />

Tode <strong>Nestroy</strong>s. Wien 1952.<br />

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