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Art.25<br />

che tale impossibilità sia permanente 4 ed assoluta,<br />

o comunque di entità tale da rendere non più<br />

utilizzabile la possibile prestazione residua 5 .<br />

Il trattamento economico<br />

e i controlli sulla malattia<br />

Non del tutto agevole risulta, in base alla normativa<br />

contrattuale, la determinazione dell’indennità<br />

spettante al giornalista malato; più precisamente,<br />

alla luce di quanto previsto dal primo<br />

comma, è indiscutibile che, in caso di malattia<br />

unica, al giornalista spetta la retribuzione intera<br />

per i primi nove mesi, e quella dimezzata per il<br />

periodo successivo. Non è invece specificato se<br />

tale decurtazione si abbia anche nel caso di una<br />

pluralità di eventi morbosi che, nell’arco <strong>dei</strong> 24<br />

mesi, portino a superare i nove mesi di malattia.<br />

In via interpretativa, essendo espressamente<br />

prevista dal comma 1 la decurtazione solo in<br />

caso di malattia unica, si deve concludere per<br />

l’inapplicabilità di tale previsione alla diversa<br />

ipotesi regolata dal comma 2; in buona sostanza,<br />

all’inizio di ogni nuovo periodo di assenza<br />

per malattia inizia nuovamente a decorrere il<br />

termine di nove mesi in cui è prevista la retribuzione<br />

intera. Tale interpretazione è stata accolta<br />

dalla giurisprudenza di merito 6 .<br />

Il secondo paragrafo del secondo comma prevede<br />

poi il diritto del giornalista a godere nuovamente<br />

del trattamento economico di cui al<br />

comma 1 dopo che abbia lavorato per almeno<br />

12 mesi; tale precisazione sembra diretta a evi-<br />

4 Ciò in virtù dell’espressa previsione contrattuale relativa a tale condizione, in assenza della quale si sarebbe potuta ritenere<br />

rilevante anche un’impossibilità temporanea, poiché in tale ipotesi la giurisprudenza riconosce al datore di lavoro la facoltà di<br />

recesso qualora manchi un suo apprezzabile interesse alle future prestazioni lavorative (così Cass. 28/2/92 n. 2461, in Riv. It.<br />

Dir. Lav. 1993, II, 351).<br />

5 In giurisprudenza è stato sostenuto l’obbligo per il datore di lavoro di utilizzare le prestazioni del dipendente in base alla sua<br />

capacità residua, nel caso in cui ciò sia possibile in relazione alle esigenze dell’impresa (Trib. Milano 11/12/92, in D&L 1993,<br />

677; Trib. Milano 30/4/96, in Lav. Giur. 1996, 764), ma a condizione che ciò non lo costringa a “modificare l’assetto organizzativo<br />

dell’impresa” (Cass. 19/4/03 n. 6378; conf. Cass. 5/8/00 n. 10339). La giurisprudenza è divisa sul fatto che il datore<br />

di lavoro sia tenuto a dimostrare, per poter risolvere il rapporto di lavoro, l’inesistenza di mansioni compatibili con le ridotte<br />

capacità lavorative residue; in questo senso si sono espresse in particolare Cass. 11/8/98 n. 7904 e Cass. 2/3/95 n. 2414; in<br />

senso contrario Cass. 6/11/96 n. 9684, in Mass. giur. lav. 1996, 768; Cass. 21/5/92 n. 6106, in Not. Giur. Lav. 1992 e Cass.<br />

13/9/91 n. 9564, in Riv. Giur. Lav. 1991, II, 397.<br />

6 “L’art. 25 Ccnl giornalisti 16/11/95 va interpretato nel senso che il trattamento economico di malattia ivi previsto, in forza del<br />

quale per i primi nove mesi di assenza è dovuta la retribuzione intera e per i successivi nove mesi il 50%, si riferisce all’ipotesi<br />

di un unico evento morboso e non a quella di più assenze” Trib. Como 13/10/99, in D&L 2000, 175.<br />

152<br />

tare un’interpretazione restrittiva del comma in<br />

questione, secondo la quale al giornalista che<br />

abbia cumulato 18 mesi di assenza nell’arco di<br />

un biennio potrebbe essere negato, per l’intera<br />

vita lavorativa futura, il pagamento dell’indennità<br />

di malattia.<br />

In realtà, una simile interpretazione della disposizione<br />

contrattuale sarebbe stata inaccettabile,<br />

privando il giornalista del diritto a godere, in via<br />

definitiva, dell’indennità di malattia per qualsiasi<br />

assenza futura. In definitiva, sembra invece inevitabile<br />

concludere che, una volta cumulati 18<br />

mesi di assenza nell’arco di un biennio, prima<br />

di poter tornare a fruire della piena indennità il<br />

giornalista deve lavorare per almeno 12 mesi,<br />

senza ricevere alcun compenso in occasione<br />

delle ulteriori assenze di malattia nel frattempo<br />

effettuate<br />

Spetta, in ogni caso, la retribuzione intera per un<br />

anno, quando malattia o infortunio siano ricollegabili<br />

all’attività lavorativa (infortunio sul lavoro<br />

o malattia professionale, in relazione alle quali<br />

vedi il paragrafo successivo).<br />

La prevista maturazione dell’anzianità di servizio<br />

nel corso della malattia costituisce una mera applicazione<br />

di un precetto legale, essendo espressamente<br />

riconosciuta dal terzo comma dell’art.<br />

2109 c.c.; sul punto si veda anche il commento<br />

al successivo art. 26, relativo al servizio militare,<br />

dove sono meglio esaminate le conseguenze di<br />

tale aspetto.<br />

Conformi al dettato normativo sono poi le previ-

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