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Art.32<br />

• le dimissioni in gravidanza o dopo il parto<br />

(art. 24; trattasi peraltro di ipotesi prevista<br />

anche dalla Legge: art. 55 D. Lgs. n. 151<br />

del 26/3/01 13 );<br />

• il trasferimento (art. 22);<br />

192<br />

legittimi motivi di risoluzione del rapporto<br />

• il raggiungimento del 60° anno di età con<br />

almeno tre anni di servizio (art. 33).<br />

Per un approfondimento di tali ipotesi si rinvia<br />

al commento ai singoli articoli citati.<br />

13“La lavoratrice madre che abbia rassegnato le dimissioni nel periodo durante il quale vige il divieto di licenziamento previsto<br />

dall’art. 2 della legge 1204/71 ha diritto, ai sensi dell’art. 12 della medesima legge, a percepire le indennità che la disciplina<br />

legislativa e contrattuale le attribuisce nell’ipotesi di licenziamento, e quindi anche l’indennità sostitutiva del preavviso. Detto<br />

trattamento economico deve esserle corrisposto in tutti i casi, ivi compreso quello in cui la lavoratrice si sia dimessa per essere<br />

contestualmente assunta presso altro datore di lavoro, dovendo escludersi la necessità (e la legittimità) di ogni indagine volta<br />

ad accertare i motivi che possono aver indotto la donna a dimettersi..” (Cass. 22/10/91 n. 11164, in Riv. it. dir. lav. 1992, II,<br />

415; conf. Cass. 14/6/85 n. 2999, in Foro it. 1985, I, 1979); le pronunce citate sono riferite alla normativa precedente, che non<br />

è però stata modificata sul punto, essendo i principi enunciati tuttora pienamente validi: “Ai sensi degli artt. 54 e 55, D.Lgs.<br />

n. 151/2001, la lavoratrice madre (o il lavoratore padre) che dia le dimissioni durante il periodo per cui è previsto il divieto di<br />

licenziamento ha diritto, in ogni caso, all’indennità sostitutiva del preavviso dovendosi considerare irrilevanti i motivi delle dimissioni<br />

non solo per il tenore letterale delle citate disposizioni, ma anche perché l’opzione interpretativa opposta postulerebbe<br />

di volta in volta un accertamento in fatto il cui contenuto e i cui limiti sono di incerta definizione” (Trib. Milano 14/11/2005, in<br />

Lav. giur. 2006, 617)

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