DEMOCRAZIA SOSTANZIALE E ANALISI ECONOMICA DEL DIRITTO
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ichieste, prodotte e pagate assumevano un determinato modello, unicamente perché<br />
frutto della volontà individuale 266.<br />
Era necessario, in questi termini, promuovere lo status scientifico 267, e lo<br />
status scientifico verrebbe adeguatamente divulgato dalla rivoluzione positivista. Tali<br />
implicazioni avrebbero avuto effetti drastici nel rapporto tra diritto ed economia o,<br />
per meglio dire, nella svalutazione del primo movimento law and economics, come<br />
movimento scientifico propriamente detto.<br />
Assunse un’importante posizione in questo contesto la psicologia razionalista<br />
come scienza positiva. Basata nell’idea di behaviorismo, essa mise la scientificità delle<br />
risposte esterne come autentico apparato destinato a costruire generalizzazioni<br />
sociali allo scopo di comprendere il comportamento di grandi gruppi 268 .<br />
Tuttavia, mentre la psicologia si avvaleva del behaviorismo per la<br />
comprensione delle manifestazioni esterne, l’economia neoclassica ordinalista cercò<br />
nella psicologia behaviorista il rafforzamento alla sua comprensione del paradigma<br />
positivista, eppure, contrariamente alla propria scienza della psicologia, riconobbe il<br />
behaviorismo non come un metodo capace di trarre risposte esterne, obiettive, su<br />
grande scala, ma come valorizzazione individuale soggettiva in condizioni di<br />
scarsità, il che, come risultato, fece rinvigorire l'ideologia politica conservatrice e, in<br />
alcuna misura, l'individualismo da essa definito, precedentemente minacciato dalle<br />
premesse ridistributive del programma progressista.<br />
266 Idem., Ibidem., p. 216.<br />
267 Importante risaltare il ruolo fondamentale che ebbe la Scuola Austriaca di Economia comandata,<br />
inizialmente, da Carl Menger a questo proposito. Nella lotta metodologica – ma, in un certo modo,<br />
anche politica – contro gli storici tedeschi e, successivamente, contro gli istitucionalisti americani, gli<br />
austriaci, difensori della tradizione soggettivista e dinamica dell’análise dei processi di mercato, si<br />
unirono ai teirici del paradigma neoclassico – ordinalista – dell’equilibrio allo scopo di mantenere<br />
l’apertura dello status scientífico della teoria economica. Tuttavia, tale strategia ebbe un elevato costo,<br />
nella misura in cui il trionfo dello stesso status scientifico dell’economia, dopo il 1930, fu ammesso<br />
come il trionfo dell’economia neoclassica – ordinalista –, dove l’equilibrio assunse un ruolo<br />
primordiale, delegittimando, o non riconoscendo, il metodo scientifico dell’azione umana proposto<br />
dagli austreaci. Vedere, pertanto: HUERTA DE SOTO, Jesús. Escola Austríaca..., op. cit., p. 123 e seg.<br />
268 WATSON, John B. Behaviorism 5, 1930.<br />
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