DEMOCRAZIA SOSTANZIALE E ANALISI ECONOMICA DEL DIRITTO
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generale, come anche le manifestazioni esterne del dolore/piacere non erano – più –<br />
evidenze scientifiche, per l’impossibilità della verifica empirica, che permettevano di<br />
identificare dei cambiamenti avvenuti nello stesse benessere.<br />
Se la volontà individuale di pagare era l’unica fonte determinante del valore<br />
di un bene, la comprensione del benessere avrebbe dovuto essere svincolata dalla<br />
struttura caratteristica delle scienze sociali e seguire gli stessi passi percorsi dal<br />
nuovo concetto di valore, cioè, sarebbe dovuto dipendere dalla valorizzazione<br />
individuale aggregata.<br />
In questo contesto, economia del benessere e mercato competitivo sarebbero<br />
mutuamente vincolati, nella misura in cui: a) la competizione perfetta<br />
massimizzerebbe la totalità del benessere sociale; b) qualsiasi intervento statale, non<br />
giustificato da una falla nel mercato, ridurrebbe il benessere o, nella migliore delle<br />
ipotesi, causerebbe delle conseguenze indeterminate; c) una cattiva distribuzione<br />
della ricchezza non potrebbe essere caratterizzata da falle nel mercato.<br />
L’impatto ideologico dell’ordinalismo promosso da Robbins, dell’assepsia<br />
metodologico-scientifica, fu portato a termine da Milton Friedman 272 e dai positivisti<br />
della Scuola di Chicago, con il presupposto dell’eliminazione della morale e dell’etica<br />
nell’economia, il cui risultato permise che si ristrutturasse, con restrizioni, la teoria<br />
economica del benessere sotto le vesti articolate della teoria della superiorità efficiente,<br />
alla ricerca dell’ottimizzazione, produttrice e prodotto dell’equilibrio di Vilfredo<br />
Pareto 273 .<br />
La teoria dell’efficienza di Pareto, come fu conosciuta, mitigò la corrente<br />
progressista della politica statale del benessere, nella misura in cui adottò l’idea<br />
fallace dell’incremento del benessere generale per il paradosso creato dalla<br />
percezione individuale soggettiva di miglioramento, il cui intuito era quello di<br />
evitare qualsiasi confronto interpersonale dell’utilità 274 . Il risultato di tutto ciò fu<br />
272 FRIEDMAN, Milton. The methodology of Positive Economics. In: Essays in Positive Economics.<br />
Chicago: University of Chicago Press, 1970, p. 1-43.<br />
273 PARETO Wilfredo. Manuale di economia política. Milano: EGEA, 2006, p., 107 e seg.<br />
274 In questo senso si presuppone come utilità totale, la capacità di aggregare individualmente funzioni<br />
di utilità. Per il dimensionamento della questione vedere la raccolta di saggi di Coleman: COLEMAN,<br />
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