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DEMOCRAZIA SOSTANZIALE E ANALISI ECONOMICA DEL DIRITTO

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In questo modo, ricorrere al paragone interpersonale di benessere nei criteri<br />

di Pareto significava ricorrere a Standards, unica forma per permettere una<br />

valutazione dell’utilità totale di un determinato contesto, ma, di conseguenza e<br />

soprattutto, significava aprire un precedente alla giustificazione delle politiche<br />

pubbliche (ri)distributive, contrariando così la concezione ideologica stessa della<br />

teoria di Pareto, ossia, proprio quello che l’efficienza di Pareto cercò di evitare e,<br />

siccome il paragone personale dell’utilità/benessere promosso dall’efficienza di<br />

Kaldor–Hicks presentava inconsistenza nei criteri delle preferenze assunte, a causa<br />

del già citato paradosso di Scitovsky, era necessario rendere obiettive non le<br />

caratteristiche che enunciavano il concetto di efficienza, sia quella di Pareto che<br />

quella di Kaldor–Hicks, ma la base normativa al paragone dei criteri delle preferenze:<br />

sorge, da questo rapporto, il sistema della massimizzazione della ricchezza come<br />

criterio standard obittivo per formare la base normativa dell’efficienza.<br />

Fu in questo modo che il secondo movimento dell’analisi economica del<br />

diritto, capitanato da Posner, riuscì a difendere la sua ideologia politica,<br />

mantenendosi fedele al liberismo economico, senza dover spiegare l’incomparabilità<br />

delle scelte individuali 298 , nella misura in cui la ricchezza, come valore sociale<br />

genuino 299, potè essere paragonata in modo interindividuale, cioè, come<br />

caratterizzazione di uno stato di cose che permise la sua classificazione secondo i<br />

criteri di Pareto o di Kaldor–Hicks.<br />

Tuttavia, anche se teoricamente risolto – nella prospettiva dell'analisi<br />

economica - il problema del paragone delle preferenze 300 , attraverso la messa a punto<br />

della massimizzazione della ricchezza come criterio normativo dell’efficienza,<br />

298 ANDERSON, Elizabeth. Value in Ethics and Economics. USA: Harvard University Press, 1993, p. 44 e<br />

seg., chiarisce, e si comprende ancor più, la concezione di Posner, che qualsiasi politica di<br />

massimizzazione di un determinato valore ne richiede la sua misurazione.<br />

299 Questo è un argomento di Posner per giustificare la ricerca della massimizzazione della ricchezza<br />

del potere pubblico. Nello stesso modo in cui sfugge alla critica interna dell’analisi econimica del<br />

diritto, slegando la ricchezza in termini strettamente monetari, nella misura in cui solo scambi<br />

interessando prezzi sarebbero capaci di massimizzare la ricchezza. In qualsiasi caso, il prezzo è<br />

vincolato alla richiesta e la richiesta, in parte, è il risultato dell’esercizio dei diritti fondamentali che, a<br />

loro volta, non vengono creati dalla massimizzazione della ricchezza. Vedere la critica in:<br />

COLEMAN, Jules. Markets, Morals, and the Law., op. cit., p. 108 e seg. La difesa della massimizzazione<br />

della ricchezza è in: POSNER, Richard. Frontiers..., op. cit., p. 98-100.<br />

300 Le preferenze, in qualsiasi caso, contano solo se viste come affari nel mercato.<br />

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