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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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Alla valutazione della situazione interna si sommano ovviamente le<br />

considerazioni in merito al contesto internazionale. L’equidistanza dal punto di vista<br />

ideologico e programmatico da Stati Uniti e Unione Sovietica, bollati entrambi come<br />

regimi imperialisti, così come l’assenza di un partner militare straniero e i contatti<br />

relativamente tardivi che vengono stabiliti con l’amministrazione americana, si<br />

saldano al repertorio politico e culturale che esalta la tradizione di indipendenza ed<br />

autonomia dell’Etiopia, portando a descrivere l’adozione del modello liberale come<br />

una decisione presa in completa autonomia. Come afferma Yemane Kidane, uno dei<br />

responsabili dell’ufficio di Karthoun del TPLF:<br />

“Il cambiamento fu dettato dall’analisi delle mutate situazioni globali. Ma le politiche<br />

venivano studiate ed elaborate sul terreno, in Tigray. L’influenza andava dall’interno<br />

verso l’esterno e non viceversa. Non avevamo ancora relazioni stabili con i governi dei<br />

paesi occidentali, anche se esistevano uffici in Inghilterra e negli Stati Uniti. Con gli<br />

USA delle discussioni serie iniziarono soltanto nel 1989. Prima non ci riconoscevano<br />

come una vera e propria forza. Erano un po’ spaventati dalla nostra ideologia marxista,<br />

ma non fecero nessuna vera pressione. Anche perché noi siamo sempre cresciuti ed<br />

evoluti in modo indipendente, senza nessun supporto esterno, né militare né politico. Per<br />

questo non c’era niente che ci potesse influenzare. Ma non eravamo chiusi e ciechi<br />

rispetto a quello che succedeva nel mondo. Ci rendevamo conto che il modello socialista<br />

era fallito e che quindi si rendeva necessario un cambiamento. Così al congresso dell’89<br />

decidemmo di modificare il nostro programma e poi ad Addis invitammo tutte le altre<br />

forze di opposizione per discuterlo” 355 .<br />

L’elaborazione autonoma della necessità di adottare il modello della<br />

democrazia di mercato e la determinazione da parte del gruppo dirigente del TPLF a<br />

guidare questo processo – in altre parole, quelle del gergo del mondo degli aiuti,<br />

l’ownership – produrranno così una delle transizioni dall’economia pianificata a<br />

quella di mercato che secondo Paul Henze ha ricevuto le attenzioni più scarse, in<br />

quanto sostanzialmente lineare e tranquilla 356 .<br />

Il fatto che il gruppo dirigente del TPLF e dell’EPRDF si trovi in sintonia con<br />

la necessità di abbandonare il modello socialista non implica tuttavia la sua adesione<br />

immediata e acritica al modello di democrazia e di economia di mercato che negli<br />

anni novanta vengono proposti – o imposti – ai paesi in via di sviluppo, dall’assenza<br />

di modelli politici alternativi legittimati sul piano internazionale e dalle politiche<br />

355<br />

Intervista a Yemane Kidane, già leader e membro del politburo del TPLF, EPRDF, fuoriuscito nel<br />

2001, Addis Abeba, 04.06.08.<br />

356<br />

Cfr P. Henze, Ethiopia. The collapse of Communism and the transition to democracy: adjustment to<br />

Eritrean Independence, Santa Monica (CA), RAND, 1995<br />

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