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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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2. NO DEMOCRACY, NO PARTY?<br />

Istituzionalizzazione della rivoluzione e professionalizzazione in classe dirigente<br />

“L’Assistente Segretario di Stato USA per gli Affari Africani, Herman Cohen, rispose<br />

ad una richiesta da parte di ciò che restava del regime di Menghistu e dei gruppi insorti<br />

per presiedere una conferenza di pace a Londra. Ma quando i colloqui iniziarono, il 27<br />

maggio, Menghistu era già scappato in esilio in Zimbawe, l’EPLF aveva preso Asmara e<br />

dichiarato un governo provvisorio autonomo e nulla ormai si ergeva tra la capitale e le<br />

truppe dell’EPRDF. Cohen “si raccomandò” pubblicamente affinché questi entrassero in<br />

Addis Abeba “in modo da ridurre l’incertezza ed eliminare le tensioni”, dopo aver<br />

ricevuto rapporti sul disordine crescente e sperando di prevenire la sorta di caos che<br />

aveva devastato le capitali della Liberia, Monrovia, e della Somalia, Mogadiscio in<br />

circostanze simili. Stabilì anche un legame esplicito tra l’assistenza USA e le riforme<br />

politiche: “No democracy, no cooperation” 214 .<br />

Negli ultimi anni della lotta armata, quando il successo del TPLF e dell’EPLF<br />

appare ormai sicuro, l’élite rivoluzionaria avvia un processo di dibattito ed<br />

elaborazione programmatica interna, così come di contatti e negoziazioni<br />

internazionali, per gettare la basi della ricostruzione dello stato. Le sfide principali a<br />

cui è chiamato a rispondere sono essenzialmente tre. In primo luogo la ridefinizione<br />

dei confini e dell’assetto dello stato, che deve sia tener conto della volontà<br />

secessionista dell’Eritrea che comporre le rivendicazioni autonomiste della lotta del<br />

TPLF con le visioni e i programmi politici degli altri gruppi di opposizione al Derg.<br />

In secondo luogo la costruzione di legittimità e consenso attorno al nuovo modello di<br />

stato federale nelle numerose periferie del paese, attraverso la formazione o la<br />

cooptazione di gruppi dirigenti locali ed il loro inserimento all’interno della<br />

coalizione dell’EPRDF che gestisce il potere a livello nazionale. Infine la definizione<br />

di un programma politico ed economico che soddisfi da un lato le aspirazioni delle<br />

popolazioni che hanno combattuto contro il Derg e dall’altro le richieste da parte<br />

della comunità internazionale in materia di adozione del modello della democrazia<br />

liberale e dell’economia di mercato.<br />

Nelle pagine seguenti viene descritto come la risposta a queste sfide, pur<br />

riflettendo i mutati equilibri mondiali, che con la fine della Guerra Fredda impongono<br />

a tutti i governi l’adesione al modello della democrazia di mercato, non rinuncia ad<br />

214 T Lyons, “Closing the Transition: the May 1995 Elections in Ethiopia”, in Journal of Modern<br />

African Studies, vol. 34.1, 1996, 121-142, p. 122.<br />

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