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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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comunitaria come gli iddir (associazioni funerarie), gli iqqub (sistemi di credito a<br />

rotazione) o i mehaber e senbete (associazioni comunitarie a sfondo religioso) e i sistemi<br />

tradizionali per l’amministrazione della giustizia, attraverso cui continua ad essere risolta la<br />

grande maggioranza dei contenziosi. All’interno di queste realtà si sviluppano le ambiguità<br />

e il conflitto della doppia appartenenza dei quadri e dei funzionari locali, chiamati ad un<br />

delicato lavoro di mediazione tra fedeltà al partito e vincoli sociali e comunitari. Queste<br />

strutture finiscono così per rappresentare canali di accountability delle amministrazioni<br />

locali ben più rodati ed efficaci di quelli proposti dalla comunità internazionale attraverso<br />

l’expertise tecnico delle ong.<br />

Nei centri urbani, grazie ad una maggiore esposizione ai flussi economici e culturali<br />

della globalizzazione, ai repertori autoctoni si aggiungono e sovrappongono quelli<br />

internazionali, veicolati dalla diaspora etiopica concentrata soprattutto negli Stati Uniti, dal<br />

discorso in materia di democrazia e diritti umani diffuso da donatori e ong, e diffusi dai<br />

tradizionali mezzi di comunicazione (internet, radio e tv). La relativa novità di questi<br />

fenomeni e la loro diffusione in una fase di restaurazione autoritaria del potere, suggerisce<br />

la necessità di un approfondimento delle forme e delle modalità con cui la popolazione<br />

urbana interpreta l’adesione alla modernità globale, nell’impossibilità di manifestarla col<br />

voto. Future piste di ricerca si aprono così sulla ponderazione della valenza politica delle<br />

pratiche in cui trova sfogo l’apatia di una popolazione “tradizionalmente quieta” 734 . Sia per<br />

quanto riguarda le sue manifestazioni più folkloristiche (il tifo animato e polarizzante per la<br />

Premier League inglese, la passione sempre più contagiosa per i balli latinoamericani, la<br />

cultura materiale dei consumi nei nuovi centri commerciali che si moltiplicano ad Addis<br />

Abeba) che quelle più discrete, come la diffusione delle sette pentecostali, ma, forse anche<br />

per questo, suscettibili di emergere come “vettori di unificazione della società nel suo<br />

rapporto conflittuale con lo stato” 735 .<br />

Per il momento è sufficiente constatare “il paradigma dell’insicurezza” che<br />

contraddistingue queste dinamiche: insicurezza innanzitutto alimentare e delle prospettive<br />

di sopravvivenza e sviluppo per le fasce più deboli della popolazione, colpite<br />

dall’inefficacia del sistema dei servizi; insicurezza dei cittadini di fronte al carattere<br />

aleatorio e autoritario del potere e dei funzionari pubblici, sottoposti ai ricatti ed ai capricci<br />

della struttura di coercizione della burocrazia; ma insicurezza anche da parte del governo in<br />

734<br />

K. Tronvoll, The process of democratisation in Ethiopia, An expression of popular participation or<br />

political resistance, op. cit., pp. 41-44.<br />

735<br />

J-F. Bayart, “Introduction” in La politique par le bas en Afrique noire, p. 26.<br />

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