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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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Il programma politico ed economico dell’EPRDF è stato tradotto nel linguaggio<br />

internazionale dello sviluppo e della lotta alla povertà attraverso la formulazione dei due<br />

Programmi nazionali di lotta alla povertà: il Sustainable Development and Poverty<br />

Reduction Strategy Paper (SDPRP) per gli anni 2003-2006 e il Plan for Accellerated and<br />

Sustainable Development to End Poverty (PASDEP) per gli anni 2006-2009. Il contenuto<br />

del modello di sviluppo etiopico proposto dall’EPRDF è relativamente semplice: l’estrema<br />

povertà del paese, l’assenza di materie prime, il fatto che la maggior parte della<br />

popolazione abita nelle campagne impongono che lo sviluppo passi attraverso il<br />

miglioramento della produttività agricola. Questo risultato può essere raggiunto soltanto<br />

attraverso l’intervento attivo dello stato, chiamato a colmare i vuoti e le lacune creati<br />

dall’avidità del settore privato, e a favorire ed organizzare la partecipazione attiva della<br />

popolazione ai processi di sviluppo. I numerosi problemi che ancora affliggono l’Etiopia<br />

non vengono certo nascosti, ma il successo del modello di sviluppo adottato viene celebrato<br />

attraverso il paragone con i regimi precedenti e con il Derg in particolare.<br />

In considerazione del livello di arretratezza e povertà del paese e della difficoltà di<br />

attirare capitali ed investimenti privati, allo stato viene assegnato un ruolo fondamentale<br />

come motore di sviluppo. Il discorso ufficiale si richiama alla tradizione di autonomia e<br />

indipendenza dell’Etiopia, e recuperando il tono modernizzatore che aveva caratterizzato<br />

anche i regimi precedenti, si afferma la volontà di promuovere l’efficienza e<br />

l’accountability dell’amministrazione pubblica, forzandola a mettersi al servizio del<br />

cittadino piuttosto che delle mire di controllo del potere centrale, attraverso il capacity<br />

building e la riforma della funzione pubblica.<br />

L’intervento dello stato serve in particolare a colmare le lacune del mercato (market<br />

failures), in tutti quei settori in cui i capitali privati non sono interessati ad intervenire e a<br />

migliorare lo sviluppo. Il volontarismo statale e la sua azione per creare le premesse dello<br />

sviluppo economico vengono presentati come gli artefici della crescita record degli ultimi<br />

anni, attorno al 10%. Questo discorso viene applicato innanzitutto al settore agricolo, che il<br />

governo etiopico posiziona al cuore della sua strategia di lotta alla povertà attraverso la<br />

promozione della crescita economica, considerata fattore essenziale per la transizione ad un<br />

sistema di democrazia matura e raggiungibile innanzitutto attraverso il miglioramento della<br />

produttività agricola. Questa strategia viene dettagliata nell’ADLI (Agriculture<br />

Development Led Industrialization), che costituisce una delle componenti essenziali di<br />

entrambi i Programmi nazionali di lotta alla povertà finora elaborati dal governo. Viene<br />

posta l’enfasi sull’importanza dell’agricoltura per un paese in cui l’85% della popolazione<br />

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