UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
tecnico e specialistico” 496 della lotta alla povertà, che rende decisamente più arduo il<br />
controllo esterno da parte dei rispettivi parlamenti nazionali, della stampa e dell’opinione<br />
pubblica. Le loro decisioni vengono invece influenzate principalmente dalle innumerevoli<br />
agende interne, dettate dalla volontà di concludere rapidamente un programma pluriennale<br />
oppure formulare una nuova iniziativa bilaterale, magari come “ciliegina sulla torta” a<br />
conclusione di un periodo di lavoro nel paese o come viatico per un avanzamento di<br />
carriera, o, più in generale, per favorire l’aumento del budget della propria organizzazione<br />
come sinonimo di prestigio ed importanza, e favorire la sua rapida spesa come indicatore<br />
d’efficacia. Così lo zelo nell’uniformarsi ai principi di armonizzazione e ownership porta<br />
ad esempio gli uffici locali a fare pressioni sulle rispettive capitali per l’adozione del direct<br />
budget support, anche in virtù delle continue pressioni da parte delle controparti etiopiche e<br />
della percezione di questo strumento come principale sede per la negoziazione e il dialogo<br />
politico con il governo. L’inerzia e l’autonomia delle strutture della cooperazione<br />
internazionale sembra così confermare l’osservazione di Max Weber, secondo cui il potere<br />
reale si esercita attraverso “l’uso quotidiano dell’amministrazione” e di conseguenza risiede<br />
“necessariamente ed inevitabilmente nelle mani della burocrazia” 497 .<br />
Le agenzie di aiuti internazionali sono spinte a perseverare nel loro sostegno alle<br />
autorità etiopiche non solo dalle logiche del loro funzionamento interno, ma anche dagli<br />
imperativi umanitari, legati alle condizioni oggettive di povertà nel paese, che l’assenza di<br />
canali alternativi alle autorità governative per veicolare i fondi, in un paese vasto, popolato<br />
e soggetto ad emergenze perenni, trasforma in dilemma. Il ragionamento che viene<br />
sviluppato sottolinea che una riduzione o la sospensione degli aiuti in omaggio al principio<br />
di condizionalità democratica rischierebbe di avere un impatto drammatico sulla fornitura<br />
di servizi, sul livello di sviluppo del paese e sulla sua crescita economica, annullando<br />
quanto di positivo realizzato in passato 498 . La rendita degli aiuti viene così alimentata e<br />
rafforzata dalla povertà del paese, riducendo notevolmente il margine di manovra della<br />
condizionalità dei donatori: al massimo questi possono adottare qualche aggiustamento<br />
cosmetico al loro intervento, trasferendo le risorse per finanziare i programmi governativi<br />
496 Ibid, p. 116.<br />
497 Ibid., p. 80.<br />
498 Ecco un esempio dello svolgimento di questo tema: “The donor community also threatened to reduce aid<br />
over time if the political turmoil was not handled adequately and governance did not improve. Reducing aid<br />
would have tremendous implications for the Ethiopian economy in the coming years and jeopardise the recent<br />
good economic performance. First and foremost, the vital import requirements (petroleum products, technical<br />
equipment and construction materials) would not be available for entrepreneurs and development projects,<br />
and economic growth would be reduced. Moreover, such a move would imply that the Millennium<br />
Development Goals would not be met”. (CMI, “Economic Prospects for Ethiopia”, CMI Report, 2006, p. 9)<br />
157