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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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In una prima, e piuttosto controversa, versione del manifesto del TPLF,<br />

elaborata nel 1976, si afferma che “il primo compito di questa lotta nazionale sarà la<br />

creazione di una Repubblica del Tigray indipendente e<br />

democratica” 137 .L’affermazione di questo principio, che verrà negli anni impugnata<br />

dagli oppositori del TPLF come prova della sua volontà di smembrare il paese,<br />

diventa immediatamente fonte di dibattito interno e di conflitto con l’EPLF. La<br />

rivendicazione del diritto all’autodeterminazione per tutta la popolazione tigrina<br />

rappresenta infatti una potenziale minaccia al progetto dell’EPLF di creare uno stato<br />

eritreo indipendente lungo i confini ereditati dall’occupazione italiana, all’interno del<br />

quale vivono anche popolazioni di etnia tigrina. A questa, così come alle altre<br />

nazionalità presenti in territorio eritreo, l’EPLF non riconosce inoltre il diritto<br />

all’indipendenza e questo principio viene esteso per analogia anche alle nazionalità<br />

presenti in Etiopia 138 .<br />

“Nella valutazione del 1985 fu riconosciuto che l’idea della secessione era stata un<br />

errore. La nostra priorità doveva essere l’unità e l’uguaglianza delle popolazioni<br />

dell’Etiopia. Si trattava di un errore, causato da una tendenza di “narrow nationalism”.<br />

Per fortuna questa posizione fu corretta in fretta dopo pochi mesi” 139 .<br />

Formalmente il TPLF continuerà comunque a riconoscere, in linea con<br />

l’approccio leninista, il diritto di tutte le nazioni etiopiche all’autodeterminazione, ivi<br />

inclusa la possibilità di secessione ed indipendenza. Accanto alla prospettiva<br />

separatista ed indipendentista, accantonata senza mai essere ufficialmente abiurata, ne<br />

emerge così una più regionalista, che si concretizza nella rivendicazione del diritto ad<br />

amministrare un territorio più che di una nazione, permettendo così di incorporare<br />

anche alcune aree del Tigrai abitate da altre minoranze etniche, come gli Afar e i<br />

Saho 140 . La soluzione dell’autonomia regionale è inoltre strumentale al progetto di<br />

un’alleanza di movimenti di liberazione nazionale che si concretizzerà con la<br />

creazione dell’EPRDF verso la fine della guerra civile e con l’adozione del modello<br />

federale per lo stato che sorgerà dalle sue ceneri.<br />

137 Manifesto of the TPLF, February 1976. Citato in J. Young, Peasant Revolution in Ethiopia: The<br />

Tigray People's Liberation Front, 1975-1991, op. cit., p. 99.<br />

138 Cfr. J. Young, “Ethnicity and power in Ethiopia”, Review of African Political Economy, 1996, Vol.<br />

23 N. 70, 531-541. Per una presentazione militante della posizione del Tigray si veda anche On our<br />

differences with the EPLF, numero speciale di “People’sVoice”, Foreign Relations Bureau of the<br />

Tigray People Liberation Front, Londra 1984.<br />

139 Intervista a Fetlework “Buongiorno” Gebre Igzabehir, Axum Zonal Office, Axum, 29.06.08<br />

140 C. Clapham, “La politica di decostruzione in Etiopia”, in Politica Internazionale, n. 4,<br />

luglio/agosto, pp. 53-66, 1992.<br />

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