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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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in alternativa sul decentramento amministrativo. Con la formulazione del programma<br />

“Protection of basic services” il decentramento amministrativo viene così presentato come<br />

garanzia di good governance, attraverso il trasferimento dei fondi direttamente nelle casse<br />

delle woreda e il coinvolgimento delle ong nel monitoraggio dei loro bilanci. Il lancio di<br />

questo programma in contemporanea all’iniziativa governativa in materia di good<br />

governance, garantendo di fatto un flusso di risorse per assicurare il funzionamento delle<br />

amministrazioni locali, finisce paradossalmente per rafforzare il disegno autoritario<br />

dell’EPRDF ed è sintomatico di come le ricette per la promozione della democrazia<br />

proposte dai donatori si fondino su analisi della realtà politica del paese a-storiche,<br />

semplificatrici ed eccessivamente concentrate sulle istituzioni formali.<br />

Nella pratica, l’enfasi comune sulla good governance si rivela un ingranaggio della<br />

“macchina antipolitica” degli aiuti 721 , che permette a governo e donatori a confrontarsi<br />

sugli aspetti tecnici del decentramento amministrativo e della gestione dello stato, senza<br />

costringerli a misurarsi sul terreno ben più controverso della democrazia. Una pratica che<br />

solleva seri interrogativi in merito alla schizofrenia dell’agenda dei paesi occidentali - Stati<br />

Uniti in testa - sempre più in difficoltà nel conciliare gli interessi geopolitici della lotta al<br />

terrorismo con la promozione della democrazia e dei diritti umani. Ma anche sulle<br />

contraddizioni del funzionamento sistema degli aiuti internazionali, mosso dall’imperativo<br />

umanitario, concentrato sul dato tecnico e vincolato dalle logiche tipiche di ogni apparato<br />

burocratico per cui l’efficacia ed importanza delle organizzazioni viene misurata dal<br />

volume di fondi a disposizione e dalla capacità di spenderli rapidamente.<br />

Queste contraddizioni, che soffocano e svuotano di incisività le formule della<br />

condizionalità democratica, contribuiscono a spiegare i motivi per cui, come sottolinea<br />

Marina Ottaway, il processo di transizione in Etiopia è stato influenzato solo in minima<br />

parte dalle richieste dei donatori 722 . Lungi dall’orientare il cambiamento politico,<br />

l’assistenza tecnica internazionale si limita a leggittimarlo, offrendo risorse finanziarie ed<br />

un linguaggio di riferimento. Il “fardello dell’uomo bianco” che continua a pesare sulle<br />

spalle di donatori, Banca Mondiale e Nazioni Unite 723 , finisce così per ridursi a poco più di<br />

un singhiozzo 724 .<br />

721<br />

J. Ferguson, The Anti-Politics Machine. Development, Depoliticization and Bureaucratic Power in<br />

Lesotho, Minneapolis, University of Minnesota Press, 1994.<br />

722<br />

Cfr. M. Ottaway, Africa's New Leaders: Democracy or State Reconstruction?, op.cit.<br />

723<br />

W. Easterly, The White Man’s Burden. Why the West’s Effort to Aid the Rest have done so much ill and so<br />

little good, op. cit.<br />

724<br />

P. Bruckner, Il singhiozzo dell’uomo bianco. Il terzomondismo: storia di un mito duro a morire, Parma,<br />

Guanda, 2008.<br />

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