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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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appresentando soprattutto la sede privilegiata per dialogare sui temi economici e fiscali.<br />

Tutti i rappresentanti dei donatori sono quindi incentivati a sedersi al tavolo, magari anche<br />

puntando solo poche fiches. L’assenza da questo tavolo rischia infatti di essere percepita<br />

come il ricorso a strumenti di cooperazione vecchi e inefficaci, ma soprattutto di alienare i<br />

favori del governo locale. A meno di fare come USAID, che compensa la sua assenza dal<br />

direct budget support con la generosità del suo portafoglio.<br />

Una parte dei fondi dell’aiuto pubblico allo sviluppo continua a non essere incanalato<br />

e gestito attraverso le istituzioni governative. Il governo etiopico cerca costantemente di<br />

controllare e limitare questi flussi, orientandoli possibilmente verso i canali governativi. Il<br />

principio affermato è quello che il beneficiario dei fondi dell’aiuto pubblico allo sviluppo<br />

deve essere la popolazione etiopica, ed il governo che la rappresenta è nella posizione<br />

migliore per utilizzarli a favore dell’interesse collettivo. Al contrario, la base sociale ridotta<br />

di molte associazioni ed ong etiopiche non le autorizzerebbe a giocare questo ruolo. Così,<br />

ad esempio, la percentuale di fondi che le regole internazionali del Fondo globale contro<br />

HIV-AIDS, tubercolosi e malaria, impongono di destinare a progetti realizzati da<br />

organizzazioni della società civile, non viene di fatto rispettata.<br />

Inoltre, ogni progetto gestito direttamente da organizzazioni ed ong internazionali<br />

deve ricevere l’approvazione delle competenti autorità settoriali e locali, che figurano<br />

ufficialmente come “controparti locali”: le regole e procedure per l’approvazione dei<br />

progetti di fatto non contemplano la possibilità di indicare come controparte una ong o<br />

associazione locale. Le linee guida per l’approvazione e gestione dei progetti rendono<br />

estremamente difficile – se non impossibile – la collaborazione ed il partenariato tra ong ed<br />

altre realtà della società civile, cercando di privilegiare istituzioni, canali, spazi e personale<br />

governativo; non a caso la legislazione vigente in materia di ong non prevede la possibilità<br />

di creare e registrare network di associazioni<br />

Tutti i beni capitali acquistati (veicoli – obbligatorio l’acquisto di 4x4!-, macchinari,<br />

computer,…) nell’ambito di questi progetti alla fine delle attività vengono automaticamente<br />

trasferiti alle autorità governative. Ciò è automatico per tutti i beni che le ong acquistano in<br />

duty free, che al momento dell’acquisto vengono difatti intestati direttamente alle<br />

controparti governative, in quanto formalmente intitolate a beneficiare dell’esenzione; le<br />

linee guida in materia prevedono in teoria che i beni possano essere trasferiti anche alle<br />

comunità locali, ma questa regola viene limitata arbitrariamente – ed ovviamente – ai beni<br />

immobili (pozzi, latrine, scuole,…). L’obiettivo ufficiale è quello di evitare che i fondi dei<br />

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