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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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esistenze ed incomprensioni, e a causa di ciò finisce per essere portata avanti con maggior<br />

zelo e autoritarismo da parte delle classi dirigenti locali.<br />

Il repertorio dell’EPRDF fondato sul richiamo al mito rivoluzionario, viene inoltre<br />

difficilmente compreso dalle giovani generazioni, nate alla fine, o negli ultimi anni, della<br />

lotta armata, e che oggi costituiscono la maggioranza del paese. All’incomprensione<br />

politica si aggiunge l’alienazione economica e sociale, legata all’accesso sempre più<br />

difficile alla terra unito all’assenza di valide opportunità di lavoro alternative. Il potenziale<br />

esplosivo di questa situazione è chiaro nell’analisi della classe dirigente del paese, ma, al di<br />

là di qualche palliativo, la principale risposta si è concentrata sul rafforzamento della<br />

disciplina e del controllo all’interno del sistema scolastico.<br />

Inoltre, il tentativo di rafforzare la rappresentatività dell’EPRDF attraverso<br />

l’allargamento delle sue basi e la trasformazione in partito di massa, finisce per indebolirne<br />

la portata rivoluzionaria e l’efficacia dell’azione. La crescita esponenziale delle adesioni<br />

registrata in occasione delle elezioni amministrative del 2008 è motivata infatti<br />

principalmente da paura o opportunismo. Le organizzazioni ancillari che dovrebbero<br />

strutturare la partecipazione di donne, giovani e contadini godono di ancor minore<br />

legittimità, in quanto percepite dalla popolazione come strutture imposte dall’alto e<br />

giudicate poco efficienti dagli stessi quadri del partito.<br />

In campo economico e sociale, la volontà di controllo delle risorse attraverso la loro<br />

gestione da parte dell’apparato statale, si traduce in continui tentativi di ostacolare, limitare<br />

ed eliminare i potenziali concorrenti nella fornitura dei servizi e nella promozione dello<br />

sviluppo, e di conseguenza nella conquista del consenso popolare: ong locali o<br />

internazionali, istituzioni di microfinanza private, imprenditori non allineati o gruppi<br />

religiosi eccessivamente intraprendenti. Questa attitudine, che “preferisce la sterilità alla<br />

concorrenza” 732 si rivela di fatto incapace di rispondere alle domande della popolazione in<br />

termini di sviluppo e servizi, sia nella roccaforte tigrina le cui masse contadine “presentano<br />

il conto della rivoluzione” 733 , che nelle altre regioni, dove la scarsa legittimità di cui gode il<br />

governo viene ulteriormente indebolita dalla percezione della sua inefficienza.<br />

Nel tentativo di sfuggire al carattere coercitivo e inefficace di questa agenda di<br />

controllo, la popolazione ricorre a sua volta ad una pluralità di repertori politici e culturali,<br />

che danno vita a pratiche, più o meno strutturate, di resistenza. Nelle aree rurali restano<br />

particolarmente influenti i repertori autoctoni, trasmessi da strutture sociali a base<br />

732 A. de Tocqueville, L’Antico Regime e la Rivoluzione, p. 103.<br />

733 J. Young, “Development and Change in Post-Revolutionary Tigray”, op. cit.<br />

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