UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo
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contadina 133 . Ciò contribuirà a far maturare tra i leader del TPLF la consapevolezza<br />
della necessità di sviluppare un movimento dotato di un forte sostegno e radicamento<br />
tra le masse rurali. L’idea della rivoluzione fondata sull’alleanza tra l’avanguardia<br />
politica e la classe proletaria urbana, vagheggiata in seno al movimento studentesco e<br />
sostenuta dall’EPRP, viene così abbandonata a favore di quella della rivoluzione<br />
popolare con base nelle campagne e partecipazione delle masse contadine.<br />
L’adozione di questa prospettiva spingerà il TPLF a farsi interprete dei bisogni e delle<br />
istanze concrete delle popolazioni contadine ed il sostegno che queste garantiranno ad<br />
esso costituirà la chiave del successo nella lotta per l’egemonia regionale contro<br />
l’EDU e l’EPRP.<br />
Il supporto della popolazione rurale viene ricercato innanzitutto attraverso<br />
l’accentuazione del carattere nazionalista della lotta, simboleggiato dal riferimento<br />
esplicito alla ribellione dei Woyane nella sigla del TPLF. In questa operazione<br />
sembra essere decisiva l’influenza e l’azione di Shilul 134 . Così, per conquistare<br />
consenso e legittimità “gli studenti rivoluzionari confinarono la loro retorica marxista<br />
alla compagnia dei loro pari, diffondendo l’idea dell’autodeterminazione presso la<br />
società conservatrice contadina” 135 . L’enfasi sulla questione nazionale e la<br />
precedenza ad essa accordata rispetto alla questione di classe, rappresentano il punto<br />
di contrapposizione più netto nei confronti dell’EPRP – il concorrente del TPLF<br />
militarmente più forte – ed è anche alimentata dalla percezione che il carattere<br />
multinazionale di quest’ultimo nasconda in realtà un’impostazione sciovinistica<br />
amhara 136 .<br />
L’elaborazione del quadro giuridico e del modello politico di stato in cui<br />
tradurre concretamente il principio di autodeterminazione, all’interno del TPLF, così<br />
come nelle altre organizzazioni, non è tuttavia esente da contraddizioni, ripensamenti<br />
e dibattiti. L’elite del TPLF si dimostra particolarmente abile nell’approfittare<br />
dell’ambiguità del registro e della varietà delle possibili declinazioni della questione<br />
nazionale, accusando di volta in volta quelle del Derg e degli altri gruppi armati di<br />
essere ispirate dallo “sciovinismo Amhara” o dal “narrow nationalism” e riuscendo ad<br />
imporre la propria come egemonica alla fine della guerra.<br />
133<br />
Cfr J.Hammond, “Garrison Towns & Control of Space in Revolutionary Tigray”, in W. James, D.<br />
Donham, E. Kurimoto, A. Triulzi (eds.), Remapping Ethiopia: socialism and after, op.cit.<br />
134<br />
Cfr A. Behre, “The origins of the Tigray People’s Liberation Front”, op.cit.<br />
135<br />
Ibid, p. 584.<br />
136<br />
Intervista a Fetlework “Buongiorno” Gebre Igzabehir, Axum Zonal Office, Axum, 29.06.08<br />
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