UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo
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secondo l’EPRDF della loro “non volontà di rinunciare alla violenza come strumento<br />
per ottenere obiettivi politici” 234 .<br />
L’anomala ammissione di rappresentanti delle istituzioni universitarie e dei<br />
lavoratori, più per tributo simbolico che per effettiva partecipazione, rafforza l’idea di<br />
una scelta discrezionale da parte dell’EPRDF e la conclusione che “con l’evidente<br />
eccezione di COEDF, tutti quelli che espressero un interesse a partecipare alla<br />
conferenza furono messi in condizione di farlo” 235 . Il fatto che la maggior parte dei<br />
rappresentanti delle forze multietniche provenga di fatto dall’elite urbana Amhara,<br />
facilita inoltre il disegno di delegittimazione da parte dell’EPRDF, che bolla il loro<br />
progetto di assetto dello stato unitario come ispirato dallo “sciovinismo Amhara” e<br />
assimilandolo a quello del Derg, di cui si sottolinea e stigmatizza il nazionalismo<br />
autoritario riassunto nel motto “Ethiopia tikdem” (Etiopia innanzitutto), tacendo –<br />
anche se silenziosamente recuperando – le azioni sostenute in materia di promozione<br />
dei diritti dei gruppi nazionali.<br />
Alla Conferenza di Transizione partecipano così 25 gruppi organizzati su base<br />
etnica. – oltre alle due associazioni di categoria e ai rappresentanti di 15 paesi<br />
stranieri in qualità di osservatori, tra cui anche i rappresentanti dell’EPLF, che<br />
intendono sottolineare in questo modo l’indipendenza dell’Eritrea, di fatto già sancita<br />
nei precedenti mesi di negoziazione 236 . L’apparente pluralismo delle forze – che si<br />
rifletterà anche nell’iniziale composizione del Governo di Transizione – viene<br />
salutata con apprezzamento da parte degli osservatori internazionali, come<br />
manifestazione della volontà di realizzare una transizione condivisa 237 .<br />
In pratica, tuttavia, le risposte alla questioni principali – oltre all’indipendenza<br />
dell’Eritrea, quella in merito al nuovo assetto dello stato - vengono di fatto elaborate<br />
in seno all’EPRDF e negoziate con l’OLF ben prima della Conferenza e soltanto<br />
dopo presentanti alle altre forze minori. D’altra parte, la maggior parte di queste, non<br />
possiede lo spessore organizzativo e storico dell’EPRDF e dell’OLF; molte si<br />
formano di fatto soltanto nei mesi precedenti la conferenza, create da elite urbane che<br />
rivendicando la rappresentanza della popolazione rurale e il merito di un’opposizione<br />
234<br />
A. A. Balema, Economic Development and Democracy in Ethiopia, Rotterdam, Erasmus<br />
University, 2003, p. 117. Citato in A. Fiseha, Federalism and the accomodation of diversity in<br />
Ethiopia, Enfield Publishing & Distribution Company, 2005<br />
235<br />
S. Vaughan, The Addis Ababa transitional conference of July 1991: its origins, history and<br />
significance,op.cit. p. 48<br />
236<br />
Cfr P. Henze, Ethiopia: the fall of the Derg and the beginning of the recovery under the EPRDF<br />
(March1990, March 1992), Santa Monica (CA), RAND, 1995<br />
237<br />
Cfr Henze?<br />
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