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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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Il risultato di questo clima intimidatorio sono l’estremo sospetto e cautela con cui<br />

ogni funzionario agisce, consegnando il sistema all’immobilità e all’inefficienza. La paura<br />

di essere contraddetti o colti in fallo, la costante oppressione dello sguardo gerarchico,<br />

spesso nascosto dietro il richiamo ad un rispetto pedissequo delle norme, paralizzano di<br />

fatto l’azione del sistema. L’approvazione di un progetto, l’aggiudicazione di un contratto,<br />

la concessione di un permesso: ogni atto viene compiuto soltanto quando il responsabile è<br />

sicuro di non esporsi ad eventuali ritorsioni per potenziali errori o mancato rispetto di<br />

interessi particolari ed equilibri di potere.<br />

5. Una piramide clientelare alla “lotta contro la povertà”<br />

Ambiguità e contraddizioni della relazione tra il partito e la pubblica amministrazione<br />

non sono determinate esclusivamente dalla volontà di controllo del primo nei confronti<br />

della popolazione. Esse derivano infatti anche dalla determinazione dell’EPRDF a gestire<br />

ed orientare l’utilizzo delle principali risorse del paese, dalla terra al credito, nella<br />

convinzione di sapere cosa occorra esattamente per il suo sviluppo, e quindi promuovere la<br />

legittimità del sistema in nome della lotta alla povertà e attraverso la fornitura dei servizi di<br />

base.<br />

Questa volontà si traduce nella creazione attraverso i canali decentrati della pubblica<br />

amministrazione di una fitta rete di relazioni clientelari, riconducibili a due tipi di pratiche:<br />

da un lato quelle che si concretizzano in meccanismi di negoziazione, cooptazione ed<br />

assimilazione reciproca tra l’élite al potere a livello centrale e quelle regionali; dall’altro<br />

quelle utilizzate per asservire e controllare la popolazione attraverso la gestione delle<br />

risorse da parte delle strutture di governo locale. L’insieme di queste pratiche contribuisce<br />

alla strutturazione di un sistema piramidale che dal livello federale si estende fino al kebele<br />

e la cui chiave di volta è costituita dal partito al potere. Non si tratta tanto di una<br />

manifestazione dell’arretratezza o della primordialità della politica etiopica, quanto<br />

piuttosto di un sistema in cui si ritrovano diverse delle dimensioni che Simona Piattoni 652<br />

attribuisce a varie società politiche. Le pratiche clientelari in Etiopia rappresentano al<br />

tempo stesso il suggello di rapporti di subordinazione tipici della società feudale, un<br />

vincolo di asservimento economico tipico delle società pre-moderne, un’arma per lo<br />

652 S. Piattoni, Il Clientelismo. L’Italia in prospettiva comparata, Roma, Carocci 2005, p. 16.<br />

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