UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo
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violenza e le armi un disegno di “narrow nationalism” contrario agli interessi del<br />
paese.<br />
Il boicottaggio da parte dell’opposizione delle elezioni regionali si traduce nella<br />
vittoria scontata dell’EPRDF, che conquista 1108 seggi nelle assemblee regionali su<br />
un totale di 1147, impossessandosi del controllo delle amministrazioni regionali 248 . I<br />
gruppi estromessi dalla scena politica cercano di elaborare una strategia per proporre<br />
un quadro istituzionale alternativo a quello che si va delineando sotto il controllo e la<br />
direzione dell’EPRDF. Questi tentativi si materializzano nell’organizzazione nel 1993<br />
di due conferenze di riconciliazione. La prima, a Parigi, produce un documento di<br />
condanna del Governo di transizione; la seconda, ad Addis Abeba, viene invece<br />
boicottata dall’EPRDF. L’unico risultato concreto è però quello di offrire il pretesto<br />
all’EPRDF per epurare dal governo di transizione anche i rappresentanti degli alleati<br />
minori che vi partecipano, ed in particolare della Southern Ethiopian Peoples’<br />
Democratic Coalition (SEPDC), come ad esempio il Ministro dell’Istruzione, Beyene<br />
Petros. Nel 1994 il Presidente Meles rifiuta anche la mediazione dell’ex presidente<br />
americano Jimmy Carter, sollecitata da alcuni esponenti dell’opposizione. Accanto<br />
all’intransigenza dimostrata dall’EPRDF, emerge anche un’altra delle caratteristiche<br />
che accompagnerà il laborioso processo di formazione del pluralismo politico in<br />
Etiopia fino ai giorni nostri: le profonde divisioni esistenti in seno all’opposizione e<br />
la sua incapacità nell’elaborare una strategia e tattiche condivise per rappresentare<br />
una sfida reale al EPRDF 249 .<br />
Di fronte al fallimento di questi tentativi, i principali gruppi di opposizione<br />
boicotteranno anche le due successive tornate elettorali: quella del 1994 per eleggere<br />
l’Assemblea costituente incaricata di approvare la bozza di Costituzione elaborata dal<br />
Consiglio dei Rappresentanti e quelle del 1995 per eleggere il nuovo Parlamento<br />
federale e le assemblee regionali.<br />
Dai rapporti degli osservatori internazionali emerge così il ripetersi di una serie<br />
di pratiche, in base alle quali le elezioni non possono essere considerate né libere né<br />
imparziali 250 . Pratiche che si riveleranno paradigmatiche anche nelle successive<br />
248 T Lyons, “Closing the Transition: the May 1995 Elections in Ethiopia”, in Journal of Modern<br />
African Studies, vol. 34.1, 1996, 121-142, p. 128.<br />
249 Cfr K. Berhanu “Party Politics and Political Culture in Ethiopia”, in M. Salih (ed.), African<br />
Political Parties. Evolution, Institutionalisation and Governance,op.cit.<br />
250 Oltre che dai tradizionali centri per il monitoraggio elettorale, i documenti più interessanti per la<br />
profondità e la contestualizzazione dell’analisi vengono prodotto dal gruppo di ricercatori scandinavi<br />
animati da Siegrfid Pausewang e KJetil Tronvoll, i cui principali rapporti sono citati alla nota 32<br />
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