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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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non direttamente nelle casse dello stato, ma facendoli transitare attraverso i trust fund<br />

gestititi dalla Banca Mondiale 499 .<br />

L’interazione di queste logiche contribuisce a neutralizzare l’efficacia della<br />

condizionalità democratica e a rendere particolarmente difficile l’applicazione dei suoi<br />

principi. Non solo per la rigidità dei meccanismi e delle procedure di funzionamento delle<br />

burocrazie dello sviluppo, ma soprattutto per la complessità e l’ambivalenza dei processi<br />

politici. Nei fatti si registra l’impossibilità o la non volontà di assumere posizioni<br />

rigidamente coerenti con i principi enunciati, preferendo rimuovere dal campo le questioni<br />

più spinose, come la democrazia, per evitare la rottura dei rapporti che nessuno – per le<br />

ragioni politiche, burocratiche o umanitarie esposte sopra - in fondo desidera. In questo<br />

contesto di debole effettività delle condizionalità imposte dai donatori, gli aiuti<br />

internazionali, come sottolinea Beatrice Hibou analizzando il caso tunisino 500 , tendono<br />

soprattutto a consolidare il regime al potere.<br />

4. La sovranità nella dipendenza: pratiche di appropriazione<br />

L’utilizzo del discorso della lotta alla povertà come vettore di legittimazione e le<br />

logiche di funzionamento delle burocrazie dello sviluppo, fanno sì che la dipendenza dalla<br />

rendita degli aiuti non si traduca automaticamente nell’imposizione di strategie, strumenti e<br />

priorità definite dalle organizzazioni internazionali o dalle ambasciate straniere. Al<br />

contrario, gli attori locali - autorità governative in primis, ma anche ong e consulenti<br />

etiopici - adottano diverse tecniche di resistenza, in alcuni casi intenzionale, in altri<br />

involontaria o magari istintiva, attingendo ai modi d’azione dell’inganno, della mediazione<br />

e dell’appropriazione - nel suo duplice significato di importazione e adattamento al contesto<br />

locale - ricorrenti nell’interazione dell’Africa con il mondo 501 . Grazie al ricorso a queste<br />

tecniche,<br />

“l’Etiopia ha mantenuto un grado di controllo e ownership sulla propria agenda politica<br />

maggiore rispetto ad ogni altro paese, ed ha una tradizione relativamente solida di messa in<br />

pratica di queste politiche , una volta che queste sono concordate con i donatori.<br />

Mentre, non è certo inusuale per governi beneficiari prendere decisioni politiche in contesti<br />

dove i donatori sono assenti, in Etiopia esiste un controllo relativamente stretto sulla agenda<br />

499 L’Etiopia è il paese africano in cui la Banca Mondiale ha il portafoglio più ricco di questo tipo di fondi<br />

(Cfr. World Bank, Country Management Unit, International Development Association, Assistance Strategy<br />

for the Federal Democratic Republic of Ethiopia, op. cit.)<br />

500 B Hibou, « Les marges de manoeuvre d’un bon élève économique: la Tunisie de Ben Ali », op.cit..<br />

501 Cfr J.-F. Bayart, L’Etat en Afrique. La politique du ventre, op.cit., Preface, XLIX-LX.<br />

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