UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo
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Le reti clientelari organizzate dall’EPRDF e fondate su una gestione pressoché<br />
monopolistica delle risorse raramente sfidata da attori indipendenti, si traducono sul terreno<br />
in un sistema di patronage inefficiente, che non riesce a fornire servizi adeguati ai clienti e<br />
acquisire così una piena legittimità. L’emergere di altri patroni - ong, partiti di opposizione,<br />
gruppi religiosi – per quanto al momento soltanto potenziali, più che la ricerca di una<br />
maggior efficacia delle pratiche clientelari, sembra per ora aver ispirato una chiusura<br />
autoritaria, che tuttavia viene sfidata anche dall’interno.<br />
6. La continua ridefinizione del patto clientelare<br />
Gli studi sulle pratiche coercitive e clientelari in cui si concretizza il decentramento<br />
amministrativo tendono a presentarlo come un sistema di controllo onniveggente e di<br />
dominio monolitico e unilaterale da parte dell’élite centrale, finendo per riproporre la<br />
staticità delle analisi istituzionali in materia di federalismo etnico. Nella realtà si tratta<br />
invece di un esperimento fluido, in continua rinegoziazione a livello federale così come<br />
locale, percorso da spaccature al suo interno alimentate dalle agende dei notabili regionali e<br />
locali e dagli inevitabili limiti dell’efficacia di qualsiasi fronte all’indipendenza e all’inerzia<br />
della società.<br />
Come osserva Donald Levine, fin dall’epoca imperiale, le pratiche clientelari che<br />
caratterizzavano le relazioni tra governanti e governati sono state infatti contraddistinte, a<br />
tutti i livelli, da un notevole carica di insicurezza e ambiguità. Se, da un lato, il signore<br />
poteva facilmente scaricare il cliente, dall’altro questo conservava comunque la prerogativa<br />
di criticarlo attraverso la formula indiretta di versificazione “della cera e dell’oro”,<br />
camuffando il contenuto delle sue lamentele, l’oro, attraverso il ricorso ad immagini<br />
figurate, la cera 665 . Anche se occorre ricordare, come fa Eva Poluha, che sebbene una certa<br />
dose di criticismo fosse tollerata, il cliente non possedeva concreti strumenti di rivalsa nei<br />
casi in cui il signore decideva di scartarlo: il diritto di nomina e destituzione rimaneva<br />
saldamente nelle mani di quest’ultimo 666 .<br />
Una dialettica altrettanto ambigua e vivace, così come i conseguente fenomeni di<br />
inerzia e resistenza, si ripropongono nel quadro delle iniziative di decentramento e nelle<br />
relazioni tra governo e società dettate da un lato dal tentativo della classe dirigente<br />
665 Cfr. D. Levine, Greater Ethiopia. The Evolution of a multiethnic society, op. cit.<br />
666 Cfr. E. Poluha, The power of continuity, op. cit.<br />
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