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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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chi la coltiva), diventa la principale rivendicazione degli studenti. Le contraddizioni<br />

del sistema politico ed economico del paese vengono così analizzate attraverso il<br />

paradigma della lotta di classe ed il marxismo-leninismo si afferma come teoria<br />

egemonica tra tutte le organizzazioni studentesche.<br />

Il prevalere dell’interpretazione della povertà in termini di sfruttamento di<br />

classe relega invece in secondo piano il tema dell’oppressione di determinati gruppi<br />

etnici o nazionali. A ciò contribuisce anche la politica ufficiale del governo, che dalla<br />

fine degli anni’50 proibisce ogni riferimento nei documenti ufficiali all’appartenenza<br />

etnica degli abitanti del paese, esaltando invece la comune appartenenza alla nazione<br />

etiopica 90 . Di conseguenza anche nell’ambito del movimento studentesco, la<br />

questione nazionale è inizialmente esclusa dagli scritti e nelle discussioni formali.<br />

Questo approccio è sostenuto dagli studenti stessi, che interpretano il loro ruolo come<br />

alfieri e costruttori del sentimento di unità nazionale, considerato vettore per la<br />

modernizzazione e lo sviluppo del paese. L’opposizione alle rivendicazioni<br />

separatiste o autonomiste si basa infatti principalmente sull’identificazione di queste<br />

con movimenti reazionari interessati al mantenimento del sistema e dei privilegi<br />

feudali.<br />

Ciononostante, la presenza di sentimenti di appartenenza etnica tra gli studenti<br />

è comunque significativa, come testimonia la pratica di abitare con i compagni con<br />

cui si condividono lingua e percorso accademico: alla fine degli anni sessanta metà<br />

delle stanze dei dormitori vengono occupate da studenti sulla base della loro<br />

appartenenza etnica 91 . La coscienza di appartenenza etnica più forte si registra tra<br />

Amhara e Tigrini – sovrarappresentati tra la popolazione universitaria dell’epoca<br />

rispetto al totale della popolazione - tra cui la rivalità è anche più forte. Secondo<br />

Randi Balvik, a cui si deve la ricostruzione più accurata del clima politico e sociale di<br />

quegli anni, questa rivalità “affonda le radici nel fatto che gli Amhara avevano vinto<br />

la lotta storica per la supremazia politica” 92 . In particolare gli studenti di lingua tigrini<br />

emergono come i più “etnocentrici” in una ricerca condotta da Klineberg e Zavalloni<br />

alla fine degli anni 60 sull’identità sociale degli studenti 93 .<br />

90<br />

J. Markakis and N. Ayele, Class and Revolution in Ethiopia, op.cit.<br />

91<br />

R. R. Balsvik, Haile Sellassie’s students: the intellectual and social background to Revolution,<br />

1952-1974,op.cit<br />

92<br />

Ibid., p. 281.<br />

93<br />

Citato da J. Young, Peasant Revolution in Ethiopia: The Tigray People's Liberation Front, 1975-<br />

1991, op. cit. p. 81.<br />

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