UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo
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distinzione emerge anche dalle analisi di Eva Poluha 43 sul sistema di valori che<br />
permea l’intera società e che viene trasmesso attraverso la socializzazione a scuola e<br />
in famiglia, così come dalle osservazioni di Renè Lefort in merito al comportamento<br />
elettorale delle masse rurali per cui “l’idea di una pacifica competizione democratica<br />
ed elettorale è inconcepibile” 44 .<br />
In secondo luogo, queste letture – in voga non solo in alcuni ambienti<br />
accademici ma ricorrenti anche nelle interpretazioni fornite dagli addetti ai lavori<br />
della cooperazione allo sviluppo – forniscono suggestive, ma in alcuni casi troppo<br />
comode, analisi in termini di continuità nell’esercizio autoritario e centralizzato del<br />
potere, rischiando, come notato da Tobias Hagmann 45 , di scivolare in interpretazioni<br />
teleologiche della storia e dell’evoluzione politica del paese, negandogli di fatto ogni<br />
possibilità di evoluzione democratica. Le strategie degli attori, e la loro capacità di<br />
modellare ed influenzare il contesto in cui operano, passano in secondo piano. In<br />
realtà, rappresentano ad esempio la chiave del successo del TPLF durante la guerra<br />
civile, come dimostrato da John Young 46 . Nel caso della rivolta del TPLF, ma anche<br />
della stessa rivoluzione del Derg - che non è imposta dall’alto ma risponde a pressioni<br />
dal basso, come osserva Clapham 47 - è infatti difficile rintracciare l’apatia o la<br />
riverenza nei confronti del potere autoritario che vengono spesso presentati come<br />
tratti salienti della cultura politica etiopica. Queste letture non permettono inoltre di<br />
rendere conto della continua evoluzione del ruolo delle donne, sulla base di un<br />
processo iniziato dal Derg e proseguito anche dopo il 1991. Il loro status viene<br />
promosso durante la lotta armata dal TPLF stesso, attraverso la loro attiva<br />
partecipazione alla lotta armata 48 ; e su quella scia continua anche oggi, seppure in<br />
maniera meno eclatante, come sottolineato da alcuni studi di antropologia, grazie<br />
all’aumento dell’istruzione femminile. L’influenza del potere patriarcale si è ridotta,<br />
43<br />
Cfr E. Poluha, “Learning political behaviour. Peasant-State relations in Ethiopia”, in E. Poluha and<br />
M. Rosendhal, Contesting “Good” Governance. Crosscultural Perspectives on Representation,<br />
Accountability and Public Space, London, Routledge/Curzon, 2003.<br />
44<br />
R. Lefort, “Powers -mengist- and peasants in rural Ethiopia : the May 2005 elections”, Journal of<br />
Modern African Studies, 45, 2, pp. 253–273, 2007.<br />
45<br />
T. Hagmann, “Ethiopian Political Culture Strikes Back: A rejoinder to J.Abbink”, op.cit.<br />
46<br />
J. Young, Peasant Revolution in Ethiopia: The Tigray People's Liberation Front, 1975-1991<br />
(African Studies: No 91) NewYork, Cambridge University Press, 1997<br />
47<br />
C. Clapham, Transformation and continuity in Revolutionary Ethiopia, Cambridge, MA: Cambridge<br />
University Press, 1988, p. 43.<br />
48<br />
Cfr. J. Hammond (ed.), Sweeter than Honey: Testimonies of Tigrean Women, Oxford, Third World<br />
First, 1989.<br />
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