UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo
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diretti, crediti per le esportazioni, assistenza “semi-commerciale” ad imprese pubbliche<br />
(telecomunicazioni, elettricità,…); (v) trasferimenti spontanei da parte di individui e gruppi,<br />
legati ad istituzioni religiose, missioni, associazioni di volontariato o della diaspora.<br />
L’eterogeneità e la volatilità di questi flussi rende difficile tracciare stime<br />
complessive in merito al loro volume e alla loro rilevanza. Tra le poche stime esistenti,<br />
Furtado e Smith hanno calcolato che nel 2002/3 i fondi trasferiti all’Etiopia attraverso<br />
canali non-governativi sono stati 400 milioni di dollari, corrispondenti al doppio di quelli<br />
contabilizzati nel bilancio ufficiale del governo. E, sommando questi fondi e quelli degli<br />
aiuti umanitari a quelli contabilizzati nel bilancio, arrivano a calcolare che nel 2004/2005 la<br />
quota di finanziamento esterno della spesa pubblica passa dal 30 al 40% 422 . A<br />
considerazioni simili giunge la Commissione Europea, che parla di 450 milioni di dollari<br />
trasferiti nel paese attraverso le ong nel 2004, e di altri 370 milioni trasferiti da individui<br />
privati, soprattutto appartenenti alla diaspora etiopica. Aggregando questi dati a quelli<br />
dell’assistenza ufficiale, si arriva ad un totale di 2651 milioni di dollari di aiuti,<br />
corrispondenti a 36 dollari pro capite e al 33% del PIL 423 .<br />
Pur non essendo contabilizzati ufficialmente nel bilancio dello stato, gran parte di<br />
questi flussi contribuisce alla spesa pubblica, in maniera diretta o indiretta, attraverso la<br />
supplenza dell’amministrazione statale nella fornitura di servizi di base, soprattutto a livello<br />
locale. In particolare si tratta di flussi significativi per quanto riguarda il finanziamento<br />
delle infrastrutture sociali (scuole, cliniche, pozzi,…) nelle zone rurali, dove i bilanci delle<br />
amministrazioni locali sono appena sufficienti per coprire i costi ricorrenti. Uno studio<br />
rivela che gli investimenti delle ong rappresentano il 34% delle spese capitali effettuate a<br />
livello di woreda nella regione del Tigray e il 14% nella regione Amhara 424 .<br />
Negli ultimi anni gli aiuti all’Etiopia sono aumentati non solo in termini di volume<br />
ma anche di complessità. Ciò è legato innanzitutto al proliferare degli attori. Oggi in<br />
Etiopia si contano circa 25 donatori bilaterali e 15 organizzazioni multilaterali, oltre alle<br />
ong internazionali e locali, il cui numero è in rapida crescita. Nel 2002 se ne contavano<br />
1120 ufficialmente registrate 425 . All’aumento degli attori è anche legata la diversificazione<br />
422<br />
X. Furthado e J.W. Smith, Ethiopia: aid, ownership and sovereignty, op.cit., . p. 7<br />
423<br />
Cfr. European Commission Delegation to Ethiopia, Efforts and Policies of Ethiopia’s Government and<br />
Donors. Country Diagnostic Survey. Volume I – Main Report, Addis Abeba, 2006.<br />
424<br />
Cfr PBS Secretariat, Off - Woreda Budget Expenditure - the cases of Oromiya, Amhara and Tigray<br />
Regions Working paper no 2/2008.<br />
425<br />
Cfr OSJE, Maximising Local CSOs Civic Engagement’s Potential in Ethiopia, 2007, p. 36; Clapham et al,<br />
Mapping non state actors in Ethiopia, Addis Ababa, British Council, 2004.<br />
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