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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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Decentralization Program” (DLDP), inizialmente limitato alle quattro regioni principali del<br />

paese: Amhara, Oromia, SNNPR, Tigray. Nelle cosiddette “regioni emergenti” (Afar,<br />

Benishangul-Gumuz, Gambella, Somali) la riforma sarà avviata di fatto soltanto a partire dal<br />

2004. Rispetto alla prima fase di decentramento, caratterizzata da un’elaborazione autonoma e<br />

pionieristica, la specificità di questa riforma consiste nel fatto che essa è ideata, negoziata e<br />

messa in pratica in stretta collaborazione con i donatori e le organizzazioni di cooperazione<br />

internazionale.<br />

Il DLDP viene infatti inserito ufficialmente tra i “pilastri” del primo Piano nazionale di<br />

lotta alla povertà elaborato dal governo etiopico nel 2002, il “Sustainable Development and<br />

Poverty Reduction Program” (SDPRP) 556 . E sarà successivamente confermato al centro<br />

della strategia di lotta alla povertà del governo anche nel secondo piano nazionale, il “Plan<br />

for Accelerated and Sustained Development to End Poverty” (PASDEP) 557 del 2005/2006.<br />

Attraverso queste scelte, l’Etiopia si inserisce nell’ondata di riforme che dagli anni novanta<br />

investe il continente africano e in cui il decentramento viene considerato come prerequisito<br />

o elemento imprescindibile dei processi di democratizzazione e sviluppo 558 .<br />

Il processo di decentramento etiopico inizia così ad essere elaborato ed interpretato<br />

ricorrendo a pieno titolo all’armamentario del discorso internazionale in materia di good<br />

governance e democratizzazione. Fino a pochi anni fa, le ricerche in materia di decentramento<br />

si concentravano prevalentemente su analisi istituzionali e normative 559 . In parte come<br />

reazione alla novità dell’esperimento rispetto alla tradizione di governo centralizzato<br />

dell’Etiopia, ed in parte come risposta all’influenza e alle domande di donatori e agenzie di<br />

cooperazione che commissionano i primi studi, contribuendo a determinare l’agenda della<br />

ricerca nel paese 560 .<br />

Sulla base di queste analisi, e della letteratura grigia prodotta dall’apparato<br />

internazionale dello sviluppo, al decentramento amministrativo, ed in particolare al<br />

556<br />

Ministry of Finance and Economic Development, Sustainable Development and Poverty Reduction<br />

Program, Addis Ababa, July, 2002.<br />

557<br />

Ministry of Finance and Economic Development, Ethiopia: Building on Progress. A Plan for Accelerated<br />

and Sustained Development to End Poverty (PASDEP)(2005/06-2009/10), Addis Ababa, September 2006<br />

558<br />

Su questo tema esiste una letteratura sconfinata, per una cui analisi critica si rimanda al dossier<br />

“Deécentralisation et développement” curato da E. Le Bris e T. Paulais su Afrique Contemporaine<br />

559<br />

Per una rassegna di questo tipo di letteratura cfr. T. Assefa, T. Gebre-Egzabier, Decentralisation in<br />

Ethiopia, Addis Abeba, Forum for Social Studies, 2007.<br />

560<br />

Secondo una modalità particolarmente diffusa nel continente africano, come sostengono Maria Cristina<br />

Ercolessi e Alessandro Triulzi nella loro introduzione a A. Triulzi e M. Cristina Ercolessi (eds.), State, Power,<br />

and New Political Actors in Postcolonial Africa, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, 2004.<br />

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