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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

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comunque offerti dicasteri importanti come quello dell’Informazione e<br />

dell’Agricoltura e alle altre formazioni vengono assegnati ruoli minori.<br />

La collaborazione tra le due organizzazioni dura però soltanto pochi mesi. La<br />

decisione di trasformare le forze dell’EPRDF nell’esercito ufficiale etiopico, in<br />

particolare con esponenti del TPLF nei ruoli di comando, così come le attività di<br />

mobilitazione e proselitismo politico che l’EPRDF avvia attraverso la sua<br />

componente oromo, l’OPDO, alimentano il risentimento in seno all’OLF. La<br />

competizione si fa più serrata all’inizio del 1992, con l’avvicinarsi delle prime<br />

elezioni regionali, quando i due gruppi rivelano di agire ancora secondo il DNA del<br />

fronte militare più che quello del partito politico. Come osserva Terrence Lyons,<br />

l’EPRDF opta per una strategia aggressiva di imposizione dei suoi candidati,<br />

sfruttando le limitate capacità della Commissione elettorale nazionale e approfittando<br />

del fatto che i suoi quadri controllano le strutture dell’amministrazione locale, i<br />

kebele, e possono quindi orientare e intimidire le operazioni di voto 244 . Viene<br />

inaugurata così una pratica di strumentalizzazioni delle prerogative istituzionali<br />

attraverso la sovrapposizione tra funzionari amministrativi e candidati politici che<br />

caratterizzerà anche le successive tornate elettorali 245 . Dal canto suo, l’OLF si<br />

comporta “come se fosse il solo partito legittimato in Oromia, intimidendo i non<br />

Oromo nella regione e senza sfruttare l’opportunità di giocare un ruolo costruttivo nei<br />

vari comitati elettorali” 246 . L’OLF decide infatti di boicottare le elezioni e di ritirarsi<br />

dal Governo di transizione. Alla decisione seguono violenze e scontri armati tra le<br />

milizie delle due organizzazioni che si concludono con la sconfitta dell’OLF, l’arresto<br />

di molti suoi membri, non solo combattenti, ma anche sostenitori e presunti<br />

simpatizzanti (con stime che oscillano tra le 20 e le 30 mila 247 ). Con questa<br />

operazione l’EPRDF assesta un duro colpo alla capacità militare dell’OLF,<br />

ridimensionando notevolmente la minaccia che esso può rappresentare, e al tempo<br />

stesso lo elimina dalla scena politica legittima, accusandolo di perseguire attraverso la<br />

244 T Lyons, “Closing the Transition: the May 1995 Elections in Ethiopia”, op.cit.<br />

245 Cfr S. Pausewang, K. Tronvoll e L. Aalen, Ethiopia since the Derg: A Decade of Democratic<br />

Pretension and Performance Londra-NY, Zed Books, 2002; K. Tronvoll, The process of<br />

democratisation in Ethiopia, An expression of popular participation or political resistance? (Human<br />

rights report), Oslo, Norwegian Institute of Human Rights, August 1995; S. Pausewang, The 1994<br />

Election and Democracy in Ethiopia Oslo, Norwegian Institute of Human Rights, November 1994.<br />

246 T Lyons, “Closing the Transition: the May 1995 Elections in Ethiopia”, in Journal of Modern<br />

African Studies, vol. 34.1, 1996, 121-142, p. 127.<br />

247 Rispettivamente J. Young, Peasant Revolution in Ethiopia: The Tigray People's Liberation Front,<br />

1975-1991,op.cit., p. 207 e S. Vaughan Ethnicity and Power in Ethiopia op.cit., p. 31.<br />

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