28.05.2013 Views

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

4. I limiti del potere e il velo dell’ideologia<br />

L’efficacia della sintesi termidoriana tra good governance e “dispotismo<br />

decentralizzato” 725 permette all’EPRDF di organizzare un apparato “governativo-<br />

coercitivo” 726 che garantisce per un controllo sul territorio e sulla popolazione di fatto<br />

superiore a quello dei regimi che lo precedono, sulla carta più centralizzati ed autocratici.<br />

L’analisi delle dinamiche legate al decentramento amministrativo mette in luce la coerenza<br />

e l’eterogeneità di questo processo, sottolineandone da un lato la logica unitaria che<br />

favorisce l’emergere di uno spazio politico “etiopico” 727 , ma dall’altro la varietà della<br />

declinazione del paradigma termidoriano nella pluralità delle società che compongono il<br />

paese. La resilienza delle strutture della burocrazia statale, la continua rinegoziazione del<br />

patto clientelare tra la classe dirigente nazionale e quelle locali e tra queste ultime e la<br />

popolazione, le ambiguità legate alla partecipazione della società civile, tratteggiano i<br />

contorni di un’ “antidisciplina” 728 che autorizza a sfumare l’immagine di un potere<br />

onniveggente e predatore, restituendone il carattere ambiguo ed uniformato alla “regola<br />

dell’incompletezza” 729 che contraddistingue i processi di formazione dello stato in Africa.<br />

Se, da un lato, il periodo di transizione degli anni novanta si conclude infatti con<br />

l’imposizione dell’ agenda e della supremazia politica dell’EPRDF, dall’altra questo non<br />

riesce a legittimare pienamente la sua egemonia culturale e politica presso diversi gruppi e<br />

fasce sociali della popolazione, che conservano una pluralità di appartenenze, faticando ad<br />

“immaginarsi come comunità” 730 ed adattarsi alla “reinvenzione della tradizione” 731<br />

cristallizzata nel federalismo etnico. Il discorso egemonico termidoriano scricchiola in<br />

particolare nelle numerose periferie del paese in cui le élites tradizionali vengono<br />

accantonate a favore di una classe di nuovi giovani quadri formati direttamente<br />

dall’EPRDF, a cui mancano tuttavia competenza ed autorità. In queste regioni – prime fra<br />

tutte l’Oromia, la più grande e popolosa del paese - il federalismo etnico scivola così in<br />

una “dittatura senza egemonia”: l’applicazione di principi, strumenti e pratiche sviluppati a<br />

partire dall’esperienza della lotta armata ed amministrazione locale in Tigray incontra<br />

725<br />

Per riprendere l’espressione coniata da M. Mahmadani in Citizen and Subject, Princeton University Press,<br />

Princeton, 1996.<br />

726<br />

A. Gramsci, Quaderni del carcere, op. cit., p. 800<br />

727<br />

S. Planel, “Du centralisme a l’ethno-federalisme. La decentralisation conservatrice de l’Éthiopie”, op. cit.,<br />

p. 102.<br />

728<br />

M. de Certeau, L’invention du quotidien. Vol. 1. Arts de faire, op. cit., p. XL.<br />

729<br />

J-F. Bayart, L’Etat en Afrique. La politique du ventre, op. cit. , p. 318.<br />

730<br />

B. Anderson, Imagined Communities: Reflections on the Origin and Spread of Nationalism, London, NY,<br />

Verso, 1983<br />

731<br />

E.J. Hobsbawm, The invention of tradition, Cambridge, Cambridge University Press, 2004<br />

227

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!