UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - fasopo
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dell’esperienza concreta della lotta armata. In secondo luogo quello “burocratico”, frutto<br />
del percorso storico di costruzione dello stato e di una moderna pubblica amministrazione<br />
portato a compimento da Haile Selassie, ulteriormente rafforzato dal Derg ed ereditato<br />
dall’EPRDF. Infine quello della “good governance”, proposto dai donatori e rielaborato in<br />
maniera originale e selettiva dal governo etiopico, alla luce della sua agenda di sviluppo e<br />
controllo del paese.<br />
La ricostruzione della lotta armata del TPLF, nell’originalità del suo concatenamento<br />
alla rivoluzione che insedia il Derg al potere, ha permesso di far emergere come questa<br />
rappresenti il momento costituente per la formazione dell’attuale classe dirigente del paese.<br />
L’esperienza rivoluzionaria rappresenta infatti il banco di prova pratica del bagaglio<br />
ideologico e dei riferimenti politici maturati in seno al movimento studentesco degli anni<br />
settanta. Le principali problematiche da esso sollevate – la questione nazionale e quella<br />
della terra - ricevono durante la guerra una formulazione compiuta, che resta ancora oggi al<br />
centro del dibattito politico del paese.<br />
In secondo luogo, la natura innanzitutto militare della rivoluzione contribuisce ad<br />
impostare le strategie del TPLF in materia di lotta politica, mobilitazione della popolazione<br />
e creazione del consenso, secondo una rigida gerarchia, un forte senso della disciplina e il<br />
culto della segretezza. Le contingenze della guerra, spingeranno inoltre il TPLF a<br />
riconoscere l’esistenza di un interesse reciproco tra movimento di liberazione armata e<br />
masse rurali, e a sviluppare di conseguenza un’alleanza decisiva con la classe contadina.<br />
Questa alleanza sarà confermata in tempo di pace quale principale punto programmatico<br />
dell’EPRDF, e con essa verranno riproposte le pratiche in cui si concretizzava,<br />
contraddistinte da inquadramento e mobilitazione misti a genuina partecipazione e<br />
attenzione ai bisogni socioeconomici della popolazione.<br />
Infine la condivisione quotidiana di un’esperienza contraddittoria, traumatica e<br />
totalizzante come quella della lotta armata offre un contributo determinante alla formazione<br />
dell’ethos di una classe dirigente che è innanzitutto un “gruppo concreto”, al cui interno,<br />
anche finita la guerra, le relazioni di parentela, amicizia e fiducia continuano a svilupparsi<br />
ed intrecciarsi a doppio filo con quelle di potere. Ciò è particolarmente valido nei passaggi<br />
più drammatici, come la spaccatura interna ai vertici del partito del 2001, o per gli incarichi<br />
più delicati e importanti, oggi ripartiti all’interno di un gruppo di fedelissimi del primo<br />
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