Rivista Diritto penale 21 sec. n. 2-2006 - Cedam

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samantha chernetich Il diritto della madre all’aborto in Francia partire dagli anni Novanta la Francia ha conosciuto una nuova forma di contestazione ad opera di gruppi di oppositori che si introducono nelle strutture ospedaliere in cui si effettuano IVG e ne paralizzano l’attività sdraiandosi per terra incatenati gli uni agli altri. Al fine di approntare uno strumento atto ad arginare questo fenomeno, il legislatore francese è intervenuto con la legge n. 93-121 del 27 gennaio 1993 ( 40 ), c.d. «loi de Neiertz», con la quale ha introdotto nel Code de la santé publique l’art. L 162-15 ( 41 ), il quale stabilisce che «sera puni d’un emprisonnement de deux ans et d’une amende de 30 000F ou de l’une de ces deux peines seulement le fait d’empêcher ou de tenter d’empêcher une interruption volontaire de grossesse ou les actes préalables prévus par les articles L 162-3 à L 162-8 ( 42 ): – soit en perturbant l’accès aux établissements visés à l’article L 162-2 ( 43 ) ou la libre circulation des personnes à l’interieur de ces etablissements; – soit en exerçant des menaces ou tout acte d’intimidation à l’encontre des personnels médicaux et non médicaux travaillant dans ces établissements ou des femmes venues y subir une interruption volontaire de grossesse». Con la legge del 1993, il legislatore francese ha introdotto altresì l’art. 162- 15-1 ( 44 )(«Toute association regulièrement déclaré depuis au moins cinq ans à la date des faits, dont l’objet statutaire comporte la défense des droits des femmes à accéder à la contraception et à l’avortement, peut exercer les droits reconnus à la partie civile en ce qui concerne les infractions prévues par l’article L 163-15...»), così consacrando l’esistenza di un vero e proprio diritto all’aborto, come confermato dalla giurisprudenza: il delitto di entrave à l’IVG nega alle donne la possibilità di esercitare i diritti loro riconosciuti dalla legge ( 45 ); la sua repressione ne tutela, pertanto, la loro concreta «fruibilità» ( 46 ). La Chambre criminelle della Corte di Cassazione si è pronunciata per la prima volta su questo delitto il 31 gennaio 1996 ( 47 ) rigettando il ricorso avverso ( 40 ) L. n. 93-121 du 27 janvier 1993, in J.O. 30 janvier 1993. ( 41 ) In seguito all’entrata in vigore della l. n. 2001-588 il riferimento è all’art. 2223-2 CSP. ( 42 ) In seguito all’entrata in vigore della l. n. 2001-588 il riferimento è agli artt. 2212-3 a 2212-8 CSP. ( 43 ) In seguito all’entrata in vigore della l. n. 2001-588 il riferimento è all’art. 2212-2 CSP. ( 44 ) In seguito all’entrata in vigore della l. n. 2001-588 il riferimento è all’art. 2223-1 CSP. ( 45 ) Trib. corr. Chalon-sur-Saône, 3 juillet 1995, in SAF, 59; Id. Valenciennes, 15 janvier 1996, ivi, 81; Id. Nanterre, 21 septembre 1995, ivi, 77. In dottrina O. Dhavernas, Entrave à l’interruption volontaire de grossesse: esquisse d’un bilan, inRevue science crim. et Droit Pénal Comparé, 1997, 821. ( 46 ) Trib. Corr. Tours, 5 mai 1994, in SAF, 8; Id. Grenoble, 17 janvier 1995, ivi, 33; Id. Roanne, 27 juin 1995, ivi, 56. ( 47 ) Cass. Crim., 31 janvier 1996, in Droit Pénal, 1996, comm. 87, 12. S E Z I O N E PENALISTICA 345
S E Z I O N E samantha chernetich PENALISTICA Il diritto della madre all’aborto in Francia 346 una condanna della Corte d’Appello d’Orleans ( 48 ): sei i motivi avanzati dai ricorrenti che, il 18 novembre 1993 si erano introdotti nell’ospedale universitario di Tours e si erano incatenati in una sala operatoria paralizzando le attività per tutta la mattinata. Attraverso un comunicato stampa, il commando aveva spiegato che lo scopo dell’operazione era di «sauver avant leur naissance des enfantes dont la mort était programmée». In particolare i ricorrenti avevano eccepito la non-conformità dell’art. L 162-15 CSP (e della loi Veil alla quale fa riferimento) a diverse disposizioni sia di diritto penale interno che di diritto internazionale. Per quanto attiene al diritto penale interno, i ricorrenti avevano rilevato un contrasto tra l’art. L 162-15 CSP e alcuni articoli del codice penale: ad esempio l’art. 227-12 che punisce «le fait de provoquer soit dans un but lucratif, soit par don, promesse, menace ou abus d’autorité, les parents ou l’un d’entre eux à abandonner un enfant né ou à naître». La Corte ha rilevato, in primo luogo, che l’embrione non è un «enfant» ( 49 ), inoltre non ha ravvisato alcuno scopo lucrativo, di promessa, di minaccia odi abuso di autorità in capo all’équipe medica ( 50 ). Un’altra norma del codice penale ritenuta in contrasto con l’articolo in esame sarebbe altresì l’art. 211-1 che incrimina il génocide ( 51 ); a questo proposito la Corte ha rilevato che la decisione di ricorrere ad un IVG è individuale, non può essere equiparata ad un «plan concerté» ai sensi dell’art. 211-1 c.p. ( 52 ); inoltre, l’IVG è autorizzata e disciplinata dalla legge. A giustificazione della loro azione, i ricorrenti avevano altresì invocato la scriminante dell’état de nécessité prevista nell’art. 122-7 c.p. ( 53 ), sostenendo ( 48 ) App. Orléans, 31 janvier 1995, in Dictionnaire permanent bioéthique et biotechnologies, Bull. n. 18, 10 mars 1995, 9494. ( 49 ) Gli oppositori dell’aborto sono animati dal convincimento secondo cui l’embrione è una persona umana a partire dal suo concepimento e che, pertanto, ha diritto alla vita. Tuttavia, questa dottrina è stata rigettata sia dalla pronuncia della Corte Costituzionale del 1975 (Cons. Const., 15 janvier 1975, cit.) sia dalla pronuncia del Consiglio di Stato del 1990 (Conseil d’Etat, 21 décembre 1990, in Confédération nationale des assoc. familiales catholiques et autres, Rec. CE, 368). ( 50 ) M.T. Pain-Masbrenier, Commentaire de l’arrêt rendu par la Cour de cassation le 31 janvier 1996, inGaz. Pal., 7 mai 1996, 52. ( 51 ) Art. 211-1 c.p.: «Constitue un génocide le fait, en exécution d’un plan concerté tendant à la destruction totale ou partielle d’un groupe national, ethique, racial ou religieux, ou d’un groupe déterminé àpartir de tout autre critère arbitraire, de commetre ou de faire commetre, à l’encontre de membres de ce groupe, ... des mesures visant à entraver les naissances». ( 52 ) Trib. corr. Le Puy-en-Velay, 14 mars 1995, in Gaz. Pal., 14-18 juillet 1995, 8. ( 53 ) Art. 122-7 c.p.: «N’est pas pénalement responsable la personne qui, face à un danger actuel ou imminent qui menace elle-même, autrui ou un bien, accomplit un acte nécessaire à la sau-
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