Rivista Diritto penale 21 sec. n. 2-2006 - Cedam

marilda bertoli
Tra fedeltà al testo ed efficace resa linguistica
esempio nell’art. 36 ove il «tribunale» era il complemento d’agente e «la confisca»
il soggetto ( 11 ).
ABSTRACT (*)
L’Autrice, attraverso l’indicazione delle problematiche incontrate in sede di traduzione e
delle scelte operate, offre al lettore uno strumento di base, utile per l’interpretazione e l’analisi
delle norme del nuovo codice penale albanese del 1995, frutto di un vertiginoso cambiamento
socio-politico.
Vengono segnalate le cautele e le riserve che circondano la traduzione del nuovo codice, determinate
dal fatto che il termine corrispettivo in italiano non è sempre l’equivalente del termine
tradotto, rappresentando, a volte, una mera approssimazione.
Inoltre, si evidenzia che nonostante le nuove norme presentino un’impostazione moderna e
aperta alle nuove istanze, continuano ad essere connotate da una certa carenza di tecnicismo
giuridico.
Lo scopo principale che si è posto il nuovo codice penale albanese è quello di spogliare definitivamente
il diritto penale da qualunque forma di ideologia e di politicizzazione, enfatizzando
il principio di legalità, nonché eliminando tutte le figure che comportavano l’applicazione di
pene arbitrarie. Il principio fondamentale per cui il tipo e l’entità della pena devono essere determinati
dalla legge, rintracciabile nell’art. 2 del codice penale, che ribadisce la garanzia costituzionale
contenuta nell’art. 29 Cost., non sempre trova però una corrispondenza nella formulazione
delle fattispecie penali.
( 11 )Un’identica operazione è stata effettuata anche con riferimento all’art. 37 o all’art. 43
ove l’originario complemento d’agente (i.e. dal tribunale) nella traduzione è stato trasformato in
soggetto.
(*) Questo abstract è stato redatto da Simone Ferrari.
S E Z I O N E
PENALISTICA
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