Rivista Diritto penale 21 sec. n. 2-2006 - Cedam

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SEZIONE PENALISTICA Paolo Pittaro Associato di diritto penale nell’Università di Trieste Il CODICE PENALE ALBANESE: UN’INTRODUZIONE 1. Il codice penale albanese vigente, entrato in vigore il 1 o giugno 1995 e con alcune integrazioni e modificazioni apportate negli anni successivi ( 1 ), si inserisce nell’ordinamento giuridico venuto a crearsi a seguito della caduta del regime comunista alla fine degli anni Ottanta. Il fenomeno, invero comune a tutti i Paesi dell’est europeo, non può, tuttavia, andar disgiunto da vicende politiche e sociali affatto peculiari. Sebbene su di esse non sia possibile soffermarci in questa sede, ci sia consentito solo un frammentario accenno, per quanto qui possa rilevare. Ottenuta l’indipendenza nel 1912, dopo la disgregazione dell’Impero ottomano a seguito delle guerre balcaniche, l’Albania attraversò dapprima una fase di governi instabili, seguiti dall’instaurarsi del Regno di Ahmet Zogu, dalla dominazione italiana ( 2 ) e dall’occupazione tedesca. Fu terreno dell’acceso fronte greco durante la seconda guerra mondiale, per poi approdare alla liberazione nazionale del 29 novembre 1945 ed alla nascita della Repubblica Popolare (1946), con il leader Enver Hoxha, che ebbe a guidarla fino alla morte, avvenuta nel 1985, ispirandosi ai più stretti cànoni del marxismo-leninismo, allora cristallizzati nell’Unione Sovietica di Stalin. Tale ortodossia ideologica la portò prima a rompere i rapporti con la Jugoslavia di Tito, allorché questa venne scomunicata dalla casa-madre di Mosca nel 1948, benché con essa avesse avuto fino ad allora stretti legami politici ed ( 1 ) Trattasi delle leggi: 10 aprile 1997 n. 8204; 15 gennaio 1998 n. 8279; 24 gennaio 2001 n. 8733; 19 giugno 2003 n. 9086; 6 marzo 2003 n. 9017; 13 marzo 2003 n. 9030; 12 febbraio 2004 n. 9188; 16 settembre 2004 n. 9275. ( 2 ) La corona del Regno d’Albania fu assunta da Casa Savoia in unione personale con quella del Regno d’Italia. 197
S E Z I O N E paolo pittaro PENALISTICA Il codice penale albanese: un’introduzione 198 una sorta di unione doganale, e poi a schierarsi con la Cina nel contrasto con la stessa Russia, non condividendone le posizioni anti-staliniane maturate nello storico XX Congresso del partito del 1956, per uscire perfino dal Patto di Varsavia (1968) a seguito dell’invasione sovietica della Cecoslovacchia, e per distanziarsi, infine, pure dalla Repubblica Popolare Cinese dopo la morte di Mao e la sconfitta della «banda dei quattro», alla stregua di una posizione antirevisionista nei confronti sia di Mosca che di Pechino. Queste scarne note permettono di evidenziare un primo dato: l’isolamento pressoché assoluto dell’Albania nel corso di quei decenni, che portò il Paese ad una totale autoemarginazione (ovviamente: anche economica) nel contesto internazionale, compresi i Paesi a socialismo reale, e la ferrea dittatura all’interno da parte del Partito e del suo leader. Donde, a tacer d’altro e per la materia che qui ci occupa, una legislazione penale, quella comunista, particolarmente ferrea e rigorosa, propria sì di uno Stato autoritario e totalitario, ma al contempo tenacemente chiuso in se stesso. Così, dopo la Liberazione, si susseguirono il codice penale del 1948, quello del 1952, modificato profondamente nel 1959, e quello del 1977, a sua volta rivisitato nel 1981. In essi, il diritto penale si fondava sulla politica e sull’ideologia della classe operaia, ed esso stesso era strumento di persecuzione dell’avversario politico e di rafforzamento del partito al potere, con i conseguenti abusi atti a perseguire tali finalità. Significativo in tale contesto, e lo riportiamo solo a titolo di esempio ( 3 ), l’art. 16 del codice penale del 1977, il quale, sotto la rubrica «Il significato e lo scopo della pena», affermava che: La sanzione penale è uno strumento costrittivo dello stato socialista, nella lotta di classe, dal carattere politico ed ideologico. La sanzione penale costituisce un’arma potente della dittatura del proletariato nella lotta contro i propri nemici, al fine di tutelare e rafforzare l’ordine socialista. La sanzione penale ha lo scopo di ostacolare l’ulteriore attività illegittima del reo, nonché di rieducarlo al fine di renderlo socialmente utile. La sanzione penale ha, altresì, lo scopo di incidere sulla rieducazione degli altri cittadini alla luce dello spirito del rispetto della legalità socialista. 2. Complesse e turbolente – peraltro ben note – le vicende che hanno scos- ( 3 ) Tutte le norme del diritto albanese riportate in questo scritto sono state tradotte dal testo originale dalla dott. Marilda Bertoli, alla cui cortesia va il nostro ringraziamento.
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