Rivista Diritto penale 21 sec. n. 2-2006 - Cedam

elisabetta d’amico
Il carteggio inedito tra Francesco Carrara e Luigi Majno
allora di vagliare il «diritto penale come dottrina» e di tracciarne lo studio come «storia dei penalisti».
Carrara non può non trovarsi d’accordo con questa impostazione e accompagna con un
sonoro «Bravo!» il risoluto rifiuto di Majno «di far parola della così detta coscienza giuridica popolare:
una sfinge, cui si attribuiscono oracoli portentosi».
Dell’esordio lusinghiero di Majno e dell’incontro straordinario con Carrara il vero artefice
resta comunque Antonio Buccellati. Ben presto, però, Majno si scosterà dalle concezioni apprese
in gioventù e aderirà alla Scuola Positiva di diritto penale. Nonostante ciò, egli alimenterà
sempre, da un lato, la concezione del diritto come scienza e, dall’altro, l’ostinata difesa della giustizia
e del diritto contro gli abusi della politica.
S E Z I O N E
S T O R I C A
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