Rivista Diritto penale 21 sec. n. 2-2006 - Cedam
Rivista Diritto penale 21 sec. n. 2-2006 - Cedam
Rivista Diritto penale 21 sec. n. 2-2006 - Cedam
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
S E Z I O N E elisabetta d’amico<br />
S T O R I C A Il carteggio inedito tra Francesco Carrara e Luigi Majno<br />
376<br />
scienza dei vecchi criminalisti peraltro è utilizzata anche a fini eminentemente<br />
pratici ( 27 ). L’impronta della dottrina di Carrara è tale che il Programma, edito<br />
a partire dal 1859, viene ampiamente utilizzato anche dopo l’introduzione del<br />
codice Zanardelli. E anche in precedenza, proprio perché rimane svincolato<br />
da specifiche normative, il maestro toscano riesce a dialogare con tutta la penalistica<br />
italiana, nonostante la nota mancanza di unità nel diritto <strong>penale</strong> sostanziale.<br />
Con tali premesse, il plauso di Carrara cresce alla lettura della versione originale<br />
del lavoro di Majno, pervenutagli allegata alla missiva del 19 gennaio e<br />
ben più corposa rispetto all’articolo pubblicato. Il manoscritto contiene, infatti,<br />
interi paragrafi non dati alle stampe ( 28 ). Nel giro di dieci giorni, il giurista<br />
lucchese lo restituisce al suo autore arricchito di brevi chiose. Sono «piccolissime<br />
note» e «lampi», che egli confida possano divenire, meditati da Majno, «fasci<br />
di luce» ( 29 ). I punti glossati dal penalista sono diversi e si concentrano proprio<br />
a margine delle parti non pubblicate. Il dato non è casuale. In queste ultime<br />
sono espresse, infatti, talune scelte di fondo del lavoro, vengono illustrate<br />
le concezioni del diritto <strong>penale</strong> prima e dopo Beccaria ed è affrontata la problematica<br />
ermeneutica in campo <strong>penale</strong>.<br />
Majno riannoda la moderna cultura penalistica italiana tanto alla scienza<br />
della legislazione di Beccaria quanto alla giurisprudenza pratica precedente.<br />
Rispetto al testo stampato, peraltro, nel manoscritto emerge con più evidenza<br />
il valore attribuito alla giurisprudenza preilluminista. Per il giovane la pratica<br />
criminale di diritto comune ha in effetti maturato «un corredo di verità santissime»<br />
( 30 ). In particolare, è nella costruzione delle fattispecie penali che essa<br />
raggiunge quasi la perfezione ( 31 ). Per questo motivo il giovane cultore non<br />
può accettare di ridurre la storia del diritto <strong>penale</strong> alla sola storia delle pene e<br />
l’apporto di Beccaria al solo risvolto umanitario ( 32 ). Egli sceglie allora di va-<br />
( 27 ) Enrico Ferri racconta di aver assistito personalmente alla rapida costruzione della difesa<br />
in un caso di adulterio da parte di Carrara attraverso la sola lettura di un passo di Carpzov (E.<br />
Ferri, Francesco Carrara, inPer le onoranze a Francesco Carrara, Lucca, Marchi, 1899, 299-306<br />
e in particolare 299-300).<br />
( 28 ) Anche il titolo è parzialmente cambiato. L’originario La tradizione romana nel diritto<br />
<strong>penale</strong>. Frammenti di giurisprudenza storica diventa La tradizione <strong>penale</strong> nel diritto romano.<br />
Frammenti di giurisprudenza storica. Il manoscritto è conservato in UFN, F.M., f. 23.<br />
( 29 ) Lettera di Carrara a Majno, 28 gennaio 1877, in UFN, F.M., f. 23.<br />
( 30 ) «Ottimamente», chiosa Carrara (L. Majno, La tradizione romana nel diritto <strong>penale</strong>, ms.,<br />
§ 2).<br />
( 31 ) Ibidem.<br />
( 32 ) Ibidem.